Alice Scagni è stata uccisa il 1° maggio scorso sotto la sua casa di Genova, colpita con diverse coltellate. Ad agire, al culmine di un vortice di pressioni e continue richieste di denaro, sarebbe stato il fratello della 34enne, Alberto Scagni, che i genitori avevano già segnalato alle autorità per il suo comportamento sempre più aggressivo e allarmante. Le loro richieste di aiuto alle forze dell’ordine, secondo il racconto della madre, Antonella Zarri, sarebbero cadute ripetutamente nel vuoto fino al terribile epilogo: l’omicidio che ha stravolto la loro vita spegnendo per sempre quella della figlia Alice Scagni. Ora la notizia dell’iscrizione di tre persone, due agenti e un medico, nel registro degli indagati per le ipotesi di omissioni di atti d’ufficio e omessa denuncia.
Il padre e la madre di Alice e Alberto Scagni lamentano l’assenza di risposte da parte delle istituzioni, da chi, a loro dire, forse avrebbe potuto “fermare” quel figlio diventato sempre più violento e salvare così la 34enne. Ora una prima svolta nell’ambito della seconda inchiesta sul delitto di Alice Scagni, quella che verterebbe proprio sulle presunte omissioni che avrebbero concorso al mosaico di situazioni che poi avrebbe portato al dramma. Stando a quanto riportato da Chi l’ha visto?, gli indagati a vario titolo sarebbero due agenti di polizia e un medico operatore del Centro di Salute mentale.
Tre indagati nella seconda inchiesta sulla morte di Alice Scagni: il commento del legale della famiglia
“La notizia che finalmente ci sono tre indagati nella inchiesta sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere”. Questo il commento affidato a Chi l’ha visto? dall’avvocato dei genitori di Alice Scagni, Fabio Anselmo, legale del caso Stefano Cucchi. “È un primo passo – ha aggiunto – verso l’accertamento della verità. Auspico che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni. Credo sia giusto e fisiologicamente corretto che i genitori della famiglia Scagni vengano qualificate persone offese e possano aver accesso alle notizie fruibili non dai giornali ma dalla procura”.
Nel registro degli indagati, in questa costola d’inchiesta, riferisce Ansa, sarebbero finiti un medico del Centro Salute mentale (sospettato di aver ritardato un ricovero richiesto dai familiari di Alberto Scagni) e i poliziotti che, il 1° maggio scorso (poche ore prima del delitto) non si sarebbero attivati nonostante le richieste di intervento della madre e del padre di Alice Scagni fatta a seguito delle minacce sempre più esplicite e preoccupanti del loro figlio. Lo stesso che, pochi giorni fa, il perito del gip avrebbe dichiarato seminfermo di mente. Per il consulente incaricato dalla Procura, invece, l’uomo sarebbe capace di intendere al momento del delitto. Ansa riporta il commento della madre, Antonella Zarri, in merito alla recente iscrizione di agenti e medico nel registro degli indagati: “Non siamo ancora persone offese per la legge, ma vedere che la giustizia fa il suo corso verso la verità ce lo ricorda con dolore insopportabile, amplificato. Il danno per noi sono due figli persi. Ho il cuore che è una pietra pesante“.