Alice Scagni è stata uccisa il 1° maggio scorso a Genova, colpita con almeno 17 coltellate sotto la sua abitazione, e in carcere c’è il fratello Alberto Scagni accusato di averla uccisa. I genitori dei due hanno denunciato di essere stati lasciati soli nonostante le reiterate richieste d’aiuto alle forze dell’ordine in merito alla pericolosità del figlio, diventato sempre più aggressivo e minaccioso a ridosso dell’omicidio. La madre, Antonella Zarri, ai microfoni di Chi l’ha visto? ha speso parole durissime sulla vicenda che ha sconvolto la loro famiglia, sostenendo di essere stata inascoltata fino a poche ore prima del delitto. La donna avrebbe chiamato il 112 il 30 aprile, poche ore prima dell’orrore, chiedendo un intervento a seguito della recrudescenza dei comportamenti preoccupanti di Alberto Scagni, ma tutto sarebbe caduto nel vuoto.
Il suo racconto alla trasmissione di Federica Sciarelli è un crescendo di rivelazioni dal sapore sconcertante, ritratto di una famiglia, a suo dire, lasciata completamente sola a lottare contro le ossessioni di un figlio ormai divenuto fuori controllo. La madre di Alice Scagni avrebbe sollecitato le forze dell’ordine chiedendo tutela e avanzando un sinistro allarme: “Non volevamo fare la fine dei genitori di Benno“, riferendosi al drammatico caso dei coniugi Neumair uccisi a Bolzano dal figlio che poi avrebbe depistato le indagini prima di confessare il duplice omicidio.
Alice Scagni uccisa dal fratello Alberto, la rabbia della madre: “Un agente mi disse ‘Non famola tragica’”
Antonella Zarri e suo marito sono due genitori distrutti dal dolore, un doppio dramma che li vede affrontare la morte della figlia, Alice Scagni, e il destino dell’altro figlio, Alberto Scagni, in carcere con l’accusa di esserne l’assassino. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione, a colpire a morte la sorella con almeno 17 coltellate sotto la sua casa di Genova, il 1° maggio scorso, al culmine di una serie impressionante di minacce e atti persecutori in cui l’uomo avrebbe avanzato richieste di denaro sempre più pressanti ai familiari. Nell’immediatezza del delitto, i genitori di Alberto e Alice Scagni hanno raccontato davanti alle telecamere il loro calvario e il loro senso di solitudine davanti alla tragedia che si materializzava sotto i loro occhi, giorno dopo giorno, ostaggi di condotte sempre più spaventose e aggressive messe in atto da quel figlio di cui ormai avevano paura. Lo avrebbero segnalato più volte, alle autorità, restando però inascoltati fino all’atroce epilogo.
“Io voglio che tutta l’Italia – ha dichiarato Antonella Zarri, madre di Alberto e Alice Scagni – senta anche questa telefonata di una madre che urla al 112: ‘Non avete fatto un c***o all’una oggi, adesso mio figlio ha fatto del male a mia figlia, ora mi dite come sta Alice’“. La donna fa riferimento alla telefonata del marito al 112 che sarebbe intervenuta intorno alle 13 del giorno in cui Alice Scagni sarebbe stata uccisa, quindi poche ore prima che il fratello la accoltellasse sotto casa. Il padre di Alice Scagni, infatti, aveva ricevuto dal figlio una chiamata allarmante in cui Alberto Scagni avrebbe esplicitamente minacciato la sorella e il marito di quest’ultima sostenendo di passare ai fatti in caso di mancato versamento dei soldi che si aspettava di vedere sul conto nel giro di pochi minuti. Il 30 aprile, un giorno prima dell’omicidio della figlia, Antonella Zarri avrebbe parlato con due agenti sollecitando attenzione sul caso e uno le avrebbe detto “Non si preoccupi, noi sappiamo qual è il nostro lavoro“. Antonella Zarri avrebbe fatto un’amara constatazione: “A quel punto ho detto ‘Questi non hanno mica capito cosa gli sto dicendo, questi non hanno la percezione della gravità della nostra situazione. Quindi gli ho chiesto di andare da Alberto, perché avevamo paura di nostro figlio: ‘Abbiamo paura che ci faccia fare la fine dei genitori di Benno'”. Parole a cui uno degli agenti intervenuti avrebbe risposto: “Eh signò, e non famola tragica“.