Alice Scagni è stata uccisa la sera del 1° maggio scorso con una scarica di coltellate – almeno 17 secondo l’autopsia – a Genova, e per l’omicidio è stato fermato il fratello 42enne, Alberto Scagni. Un delitto particolarmente efferato di cui ora, in esclusiva su Repubblica, emergono dettagli agghiaccianti. Come l’ultima telefonata choc fatta dall’uomo al padre quel giorno, riportata dal quotidiano e contenente parole che hanno subito allarmato il genitore. Alice Scagni, secondo la ricostruzione, sarebbe stata colpita con ferocia sotto casa dal fratello che, da mesi, la pressava con incessanti pretese di denaro. Soldi che avrebbe chiesto anche al padre nel corso dell’ultima conversazione telefonica registrata nel drammatico giorno in cui la 34enne, madre di un bimbo nato da poco più di un anno, ha perso la vita.



La famiglia aveva fatto più volte appello alle forze dell’ordine affinché si monitorasse una situazione ormai ritenuta fuori controllo, e la madre dei due ha rivolto pesanti accuse alle istituzioni dopo la tragedia. Per mesi, secondo la donna, le loro reiterate richieste di aiuto sarebbero cadute nel vuoto, liquidate senza darvi giusto peso, fino all’epilogo che ha visto la storia di Alice Scagni finire in un bagno di sangue.



Omicidio Alice Scagni, la telefonata choc del fratello Alberto al padre nel giorno dell’orrore

A riportare il contenuto audio della telefonata tra Alberto Scagni – accusato dell’omicidio della sorella 34enne Alice Scagni – e il padre è il quotidiano la Repubblica. Nella registrazione, farcita di insulti all’indirizzo del genitore, il 42enne inveisce e chiede ancora soldi alla famiglia prima di fare una domanda che allarmerà l’uomo: “Io sono un uomo a differenza di 7 miliardi di persone che stanno sulla terra… Mi fa schifo pensare che respiro la stessa aria, non si dovrebbero permettere… Voglio i soldi stasera. Gianluca (compagno della vittima, ndr) e tua figlia lo sai dove c***o sono? Gianluca e tua figlia sai dove sono? Sai dove c***o sono?”. La chiamata è del 1° maggio scorso, giorno dell’omicidio di Alice Scagni, e il fratello Alberto ha un tono particolarmente agitato. Il padre, all’esito di quella telefonata che tira in ballo anche il genero, si determina a chiamare il 112.



Poche ore ancora e, intorno alle 22 di quel giorno, Alice Scagni verrà assassinata brutalmente sotto la sua abitazione di Genova, massacrata con 17 coltellate. I genitori continuano a sottolineare il loro j’accuse verso chi, ignorando le loro richieste di aiuto, non avrebbe colto l’entità del pericolo che Alberto Scagni avrebbe costituito per la sorella e per gli altri. Allarmi lanciati più volte dalla famiglia e che, per altrettante secondo il loro racconto, sarebbero stati sottovalutati. Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto Scagni, stando a quanto riportato ancora da Repubblica avrebbe raccontato quanto segue sul giorno del delitto: “Quando a due poliziotti ho detto ‘Vi supplico, tenetelo sotto controllo’ mi hanno risposto ‘Non facciamola tragica’”. Poi che non c’erano volanti da mandare a sorvegliare casa nostra e di Alice“. I genitori di Alice Scagni sono asssistiti dall’avvocato Fabio Anselmo, legale di Ilaria Cucchi, pronti a una battaglia per chiarire tutti i contorni della tragedia.