Il punto di partenza è ridurre gli imballaggi e limitare il loro peso sull’ambiente. Da qui prende le mosse il nuovo regolamento proposto dall’Unione europea, che punta all’eliminazione delle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, giudicate superflue e considerate al pari delle piccole confezioni di shampoo usate negli hotel. Nella pratica, però, la misura rischia di generare non pochi problemi all’industria alimentare e di produrre riflessi negativi sul portafoglio dei consumatori.



Le nuove norme impedirebbero infatti ai supermercati di vendere confezioni monouso di insalata, vaschette di fragole, buste di mele, reti di arance o limoni, e tutti quei prodotti ortofrutticoli non venduti sfusi. Il che significa sferrare un duro colpo a un’intera categoria di prodotti, la cosiddetta quarta gamma, che, secondo le rilevazioni di mercato NielsenIQ, nel 2022 hanno sviluppato un giro d’affari di quasi un miliardo di euro. E che fanno ormai stabilmente parte delle abitudini quotidiane dei consumatori italiani: stando a un recente sondaggio di Unione italiana Food, tre quarti degli intervistati acquistano questi prodotti regolarmente, il 38% lo fa addirittura tutte le settimane.



Ma misura danneggerebbe anche gli utenti, colpendo in particolare alcune categorie come i single o le coppie senza figli, “coloro cioè – dice il Codacons – che acquistano piccole quantità spesso ricorrendo a confezioni monouso, che consentono di gestire meglio la spesa settimanale e ridurre gli sprechi di cibo in casa”. Il che significherebbe produrre un risultato opposto a quello che ha spinto l’Ue a varare la norma.

E ancora, ammonisce sempre il Codacons, la norma aprirebbe al rischio concreto di un incremento dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati, venendo meno la concorrenza dei prodotti confezionati, con un danno economico per la generalità dei consumatori. Il che, a sua volta – osserva Coldiretti -, potrebbe dare vita al pericolo di riduzione dei consumi, già calati dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute.



“La necessità di contrastare la produzione di rifiuti e salvaguardare l’ambiente – conclude il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi – deve andare di pari passo col rispetto dei diritti dei consumatori e non può essere perseguita attraverso obblighi squilibrati e sproporzionati che pesano sulla collettività e danneggiano le tasche delle famiglie. Semmai l’Ue deve imporre a tutti i produttori imballaggi al 100% riciclabili, privi di plastica e con minimo impatto sull’ambiente, ponendo il problema a carico delle aziende e non certo dei consumatori”.

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