Sì all’agricoltura biologica, no a quella biodinamica. L’Aula della Camera ha dato il via libera all’unanimità alla proposta di legge sulla tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Il testo, approvato con 421 voti a favore e nessun contrario, torna ora al Senato. E questo perché a Montecitorio sono stati approvati due emendamenti identici di Riccardo Magi (+Eu) e della commissione che hanno eliminato dal testo l’equiparazione dell’agricoltura biodinamica a quella biologica, inserita invece nella prima lettura a palazzo Madama.
Decisiva è stata la moral suasion del Quirinale. “Così com’era la norma non poteva essere promulgata dal Presidente della Repubblica perché ritenuta incostituzionale”, riferiscono fonti parlamentari. Così come un ruolo lo hanno recitato le forti perplessità del mondo scientifico.
Intanto, il semaforo verde all’agricoltura biologica incassa il plauso di Coldiretti, che insieme a Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food, aveva fortemente sostenuto il provvedimento, che interessa un settore capace di sviluppare in Italia nel solo 2021 un mercato da 7,5 miliardi di euro di valore. Ora però lo sguardo è rivolto a Palazzo Madama. E l’invito è a fare presto. “Mai come in questo momento storico abbiamo bisogno della legge sul biologico e per questo occorre ora accelerare l’iter al Senato – afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -. Per rispondere alle richieste dell’Europa sul green deal, dobbiamo agevolare la transizione al biologico di parte delle nostre produzioni e per farlo servono norme precise, visto che le imprese sono in difficoltà a causa di un chiaro vuoto di carattere normativo a cui chiediamo di porre rimedio”.
La posta in gioco, del resto, è alta: con quasi due italiani su tre (64%) che mettono prodotti bio nel carrello – sottolinea Coldiretti -, occorre difendere i consumatori e garantire la trasparenza degli acquisti approvando subito la legge nazionale sul bio, che peraltro prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio tricolore con l’obiettivo di contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. Una misura che potrebbe sostenere la nostra eccellenza in questo settore. “Con 70mila produttori – conclude Prandini – siamo il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico e dobbiamo sostenere un settore con ampie opportunità di crescita economica e occupazionale”.