L’accordo politico tra Commissione Ue e Governo su ITA si scontra con l’ennesima incognita riguardante i biglietti già venduti o prossimamente venduti da Alitalia. Difatti Margrethe Vestager ha già espresso un parere negativo in merito al trasferimento di questi da una compagnia all’altra, richiamando l’attenzione sul rispetto della discontinuità economica.
Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza, atteso che la discontinuità permette di evitare che le due indagini per aiuti di Stato pari a 1,3 miliardi di euro, concessi nei primi due anni di gestione straordinaria, rispettivamente per 400 e 900 milioni di euro, vengano messe in conto alla newco. Ecco perché è già stata rigettata la proposta di ITA di rilevare il ramo aviation e i clienti tricolori, dato che tale soluzione costituirebbe una violazione del principio di discontinuità.
La questione può però arrecare un danno ingente per i quasi centomila passeggeri che avevano prenotato con Alitalia, senza contare il danno che deriverebbe dalle mancate prenotazioni future, data la situazione di estrema incertezza della compagnia di bandiera italiana. Basti considerare che, nei primi cinque mesi del 2021, Alitalia ha venduto biglietti per un valore di circa 110 milioni di euro, l’88% in meno rispetto al medesimo periodo dell’anno antecedente l’emergenza pandemica.
L’Antitrust Ue ha già sottolineato l’urgenza di trovare una soluzione al fine di porre rimedio al problema; il Governo, dal canto suo, sembra al lavoro per presentare una proposta efficiente ai vertici di Bruxelles. In realtà, l’applicazione del Regolamento europeo n. 261 del 2004, “Diritti dei passeggeri in caso di cancellazione del volo” permetterebbe ai passeggeri di poter scegliere fra tre differenti opzioni, dal rimborso del biglietto all’imbarco su un volo alternativo nel prossimo futuro; risulta evidente, però, che a causa del rispetto del principio di discontinuità l’imbarco su un volo alternativo non può essere preso in considerazione. Data la situazione disastrosa in cui versano i conti della compagnia di bandiera, è presumibile che il rimborso dei biglietti non possa avvenire se non per mano dello Stato-imprenditore.
Alcune tra le possibili soluzioni appaiono poco serie e nessuna, in concreto, sembra realmente efficace. L’Ad Lazzerini aveva proposto un subentro di ITA nella parte commerciale al fine di vendere i biglietti sia per i voli Alitalia che per quelli operati nel futuro dalla newco, quantunque così non sarebbe rispettato il principio di discontinuità. Tra le altre ipotesi, la costituzione di un fondo ad hoc al fine di rimborsare i passeggeri determinerebbe non solo la perdita dei clienti, ma soprattutto comporterebbe un esborso, non di poca importanza, per le casse pubbliche. L’unica strada percorribile, efficiente dal punto di vista del rispetto del principio di discontinuità, sembra essere quella di mettere all’asta i pacchetti dei biglietti acquistati; in questo modo si seguirebbe la medesima procedura prevista per il marchio Alitalia. Dunque, anche in quest’ultima ipotesi è facilmente prevedibile un “bagno di sangue” per i conti pubblici e non solo.
Tuttavia, vi potrebbe essere un itinerario intermedio in grado di assicurare non solo il rispetto del principio di discontinuità, ma anche la sicurezza dei consumatori italiani e non solo. Un possibile accordo commerciale tra Alitalia e ITA potrebbe permettere ai consumatori di vedere i loro biglietti traslati all’interno delle attività di volo della newco. Il tutto, però, dovrebbe avvenire a condizioni di mercato, con un’ingente remunerazione per il vettore tricolore e, soprattutto, con l’autorizzazione della Commissione europea.
Il progetto presentato dai nuovi vertici sembra mancare di credibilità, di fattibilità, di economicità e, soprattutto, di idee concrete al fine di aumentarne la competitività; presenta inoltre grossi sacrifici per i lavoratori di Alitalia e una cessione di ingenti vantaggi competitivi alle compagnie operanti nel mercato domestico italiano, attraverso la cessione gratuita degli slot aeroportuali di Fiumicino e Linate. Occorre sottolineare come in Italia, al contrario dell’Inghilterra, non vi sia un mercato degli slot aeroportuali; a causa di ciò la cessione di tali asset intangibili avviene solo nel caso di inutilizzo di quest’ultimi, situazione in cui si ritroverà ITA a seguito del ridimensionamento attuato su Alitalia. Inoltre, non potremo vedere operativa la nuova compagnia se non prima dell’inizio di ottobre, date le procedure burocratiche necessarie per la ricezione del certificato di volo e della licenza di esercizio.
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