Solo pochi giorni fa abbiamo potuto vedere le splendide immagini olimpiche della staffetta 4×100 maschile e apprezzare i perfetti passaggi del testimone tra i quattro atleti italiani che li ha accompagnati alla medaglia d’oro. Invece nel passaggio tra i decisori che dovrebbero permettere il decollo di ITA le cose non sembrano funzionare altrettanto bene e il testimone sembra addirittura scomparso dalla scena. Così i quattro atleti restano in pista nell’incertezza, aspettando che si materializzi il prezioso oggetto, al momento non visibile ai numerosi spettatori sugli spalti. Ma chi sono i quattro e in cosa consiste il testimone? 



In ordine di partenza essi sono il Commissario europeo alla concorrenza Vestager, poi in seconda posizione il Governo italiano nella persona del ministro competente sulla procedura, dunque il titolare dello Sviluppo economico, quindi in terza posizione i commissari di Alitalia e in quarta e ultima i vertici della nuova azienda ITA, ansiosi di raggiungere il traguardo del decollo della newco. Il testimone è invece dato dalla decisione dell’Unione europea sulle caratteristiche ammesse della nuova azienda, il suo perimetro, cosa potrà acquisire dai commissari a trattativa diretta oppure tramite gara e cosa non potrà proprio acquisire. Se fossimo in un film questa sarebbe la sceneggiatura, senza la quale regista, tecnici di studio e attori non saprebbero cosa fare.



Noi sappiamo per certo che la sceneggiatura l’ha scritta per intero o la sta scrivendo la commissaria Vestager o quanto meno i suoi uffici, dopo aver messo al margine i ministri italiani cha avrebbero invano cercato di dare suggerimenti. Ma essa è disponibile in maniera formale? Non si sa con certezza, ma pare di no. Essa ha la forma di una decisione della Commissione europea che, una volta stabilita in maniera definitiva, viene ufficialmente inviata al Governo interessato e dopo un po’ di tempo, depurata su richiesta delle parti di eventuali informazioni sensibili, anche pubblicata sul sito della Commissione. Al momento questa pubblicazione non c’è e se essa sia stata emanata e inviata formalmente al Governo italiano non è dato sapere, ma è molto probabile di no.



Lo scorso 15 luglio uno stringato comunicato stampa del Ministero dell’Economia così diceva: “Si è conclusa positivamente la discussione con la Commissione Europea sulla costituzione di Italia Trasporto Aereo (ITA). La nuova società sarà pienamente operativa a partire dal prossimo 15 ottobre, data in cui è previsto il decollo dei primi voli. La discussione con la Commissione Europea ha consentito di giungere ad una soluzione costruttiva ed equilibrata, che garantisce la discontinuità necessaria al rispetto della normativa europea. L’esito positivo dell’interlocuzione con gli uffici della Commissione consente di avviare le procedure relative all’aumento di capitale di ITA e crea le condizioni per la firma del Memorandum d’intesa per il passaggio di determinate attività da Alitalia a ITA”. Il fatto che sia stato raggiunto un accordo non implica però che la decisione formale sia già stata scritta e inviata ai suoi destinatari. È più probabile che gli uffici di Bruxelles debbano ancora redigere la decisione dettagliata, a partire dai punti chiave che sono stati concordati col gGverno italiano. 

Che tutto non fosse completamente definito sembra inoltre confermato da quanto ha scritto, il giorno stesso dell’annunciato accordo, l’importante sito di Bruxelles Politico.eu : «”La Commissione prende atto dell’annuncio odierno dell’Italia”, ha affermato un portavoce a Bruxelles in una nota, sottolineando che “non sono state prese decisioni formali in questa fase” sulla ristrutturazione di Alitalia o su altre indagini in sospeso sugli aiuti di Stato».

In sintesi sul passaggio di consegne da Alitalia a ITA il soggetto cinematografico sembra esserci, ma la sceneggiatura ancora no. E senza quella gli altri atleti della staffetta possono fare ben poco. Il testimone in pista non c’è.

Il Governo si era in realtà portato in avanti, scrivendo all’art 6 del decreto legge n. 99 del 30 giugno scorso le norme che regolano i passaggi successivi, tuttavia subordinate all’attesa decisione dell’Ue. In essi si legge ad esempio che: Sono revocate le procedure (di cessione) in corso … che risultino incompatibili con il piano (di ITA) integrato o modificato tenendo conto della decisione della Commissione.” E inoltre: “I Commissari straordinari provvedono alla modifica del programma della procedura di (cessione degli asset dell’) amministrazione straordinaria al fine di adeguarlo alla decisione della Commissione europea“. Infine: “Il programma (di cessione degli asset) può essere autorizzato, in quanto coerente con il piano (di ITA), a prescindere dalle verifiche di affidabilità del piano industriale previste (dalle norme vigenti in tema di crisi di grandi imprese) che potranno non essere effettuate dall’amministrazione straordinaria in quanto assorbite dalla positiva valutazione da parte della Commissione europea del piano medesimo“. 

Sono tutte disposizioni che dicono cosa ITA potrà ottenere e cosa i commissari dovranno fare in favore di ITA, ma esclusivamente dopo che la Commissione Ue avrà stabilito la sua decisione. E questa decisione è necessariamente un provvedimento formale che deve essere emanato, certo non un whatsapp tra Bruxelles e Roma o un comunicato stampa di uno dei soggetti in campo.

Ma il problema è che senza la decisione formale di Bruxelles da un punto di vista giuridico è difficilmente immaginabile che la procedura possa fare significativi passi in avanti, quanto meno farli senza lasciare spazio a possibili contestazioni. Gli ultimi atleti della staffetta restano dunque in campo in impaziente attesa. Intanto il tempo scorre e sembra molto difficile che possano essere rispettati i tempi annunciati. E se il 15 ottobre la nuova ITA non è ancora in grado di volare e la vecchia Alitalia non lo è più, o non ha passeggeri prenotati perché non le è stato permesso di vendere i biglietti, che succede? Gli aerei restano a terra? Questo i passeggeri vorrebbero saperlo e i lavoratori di Alitalia credo ancora di più.

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