Insediato ormai il nuovo Governo, spero che ci si dedichi ai veri problemi del Paese coerentemente con gli annunci elettorali e la destinazione di ITA e Alitalia è uno dei temi importanti, visto che un loro giusto uso e sviluppo potrebbe portare molto alla nostra economia moribonda. Spero che tra i lettori di questo articolo ci sia anche qualche addetto ai lavori del nuovo Governo o membro dei vertici ITA, augurandomi che le mie proposte siano valutate per un miglior futuro della nostra compagnia aerea ben pagata dagli italiani.



Mi appello a un senso di amor di patria e minor indifferenza verso un asset nazionale così importante, visto che in teoria i partiti che compongono il nuovo Governo si sono sempre proclamati come quelli che più dovrebbero proteggere le nostre industrie. Se così non fosse, allora avrebbe ragione chi non vota più ed espatria.



Cito Alitalia perché non possiamo nascondere che il suo marchio è stato pagato 90 milioni e non possiamo permettere che resti nascosto, non utilizzato o in mano a gruppi stranieri di maggioranza, specialmente nel caso di linee aeree straniere che hanno tutto l’interesse a che resti sempre una piccola compagnia o sparisca. Se si sono versati ben 90 milioni per il marchio Alitalia è perché si riconosce un valore importante di immagine e marketing non solo della nostra compagnia aerea ma anche dell’Italia nel mondo. Proprio per questo dovremmo finalmente iniziare a riutilizzare il marchio che potrebbe ridarci con il suo potere di immagine gli stessi 90 milioni e forse di più tramite ricavi con un suo utilizzo intelligente. Bisogna essere realisti. Si può continuare a utilizzare ITA con scopi diversi da Alitalia e sicuramente c’e lo spazio che a mio avviso si aggira a un 70-75% di potenziale di destinazioni e voli ancora da utilizzare, basta guardare le statistiche in relazione ad altri Paesi europei.



Speriamo che con i vari interventi dei politici oggi al governo la compagnia possa restare in mani italiane ed espandersi. Basterebbe leggere chi sono gli eventuali compratori per capire che non possono fare niente di positivo per ITA e specialmente di Alitalia. Ribadisco che qualsiasi gruppo straniero (eccetto linee aeree) dovrebbe entrare solo in minoranza e qualsiasi compagnia non debba essere europea o facente parte di un gruppo che ha già un partner privilegiato in Europa come Delta con Air France-KLM, United con Lufthansa, American Airlines con IAG. Questa mania di svendere tutte le aziende strategiche è un disegno di impoverimento dello Stato e quindi dei suoi cittadini con meno disponibilità economiche e rappresenta un passaggio verso l’essere dominati da grossi gruppi finanziari privati, e il Covid con la guerra mi sembrano le armi e i pretesti migliori per arrivarci più in fretta.

Poco tempo fa scrissi un articolo dove suggerivo di unirsi ad altre compagnie europee non facenti parti di gruppi di linee aeree tipo IAG, Air France-KLM o Lufthansa, scambiando azioni che siano indipendenti e confermo questa ipotesi se vogliamo contare di più. Oggi ci sono ben 5 compagnie europee indipendenti con voli intercontinentali che prima o poi andranno in crisi profonda o già ci sono, che anziché farsi assorbire da altre grandi, quindi limitarsi e forse scomparire, potrebbero parlarsi e creare un gruppo senza un vettore forte come nel caso di Lufthansa o Air France. Se ITA o il Governo italiano vuol saperne di più su questa idea, sono a disposizione per collaborare.

Inoltre, ribadisco che sarà impossibile fermare i vari sussidi alle low cost, che altrimenti minaccerebbero di cancellare voli e licenziare dipendenti. Quindi, l’unica via è fare un piano per recuperare il mercato in modo intelligente e graduale come già esposto negli articoli precedenti e sperare che il Governo si renda conto che bisogna riorganizzare gli aeroporti in Italia come da me proposto negli ultimi articoli, regolando l’uso per le low cost, linee tradizionali e leisure in aeroporti diversi. Facendo così non si esclude nessuno, si fanno lavorare tutti, ma si rimettono le cose dove dovevano stare. In Italia chi vola low cost può benissimo partire da aeroporti secondari. Nei casi di tariffe molto alte, i sussidi non dovrebbero esserci, perché ormai certi biglietti delle low cost superano quelli di linee tradizionali.

Come già evidenziato in passato, bisogna riprenderci il mercato con un piano di “guerra” e visto i tempi non credo di sbagliarmi, perché tra post-Covid, guerra e alto costo dei carburanti, il piano attuale di ITA non può portare a risultati soddisfacenti in relazione al vero potenziale di una compagnia aerea nazionale, perché è fondato su un network e basi non adatti e ha troppe spese per aerei quando si possono utilizzare ancora un po’ i vecchi aerei Alitalia.

Se ITA vuole veramente essere la linea di bandiera di un Paese come l’Italia, il terzo per importanza economica e numero di abitanti dell’Ue, tra i più industrializzati, con flussi turistici tra i più alti al mondo, con una posizione unica non solo al centro del Mediterraneo ma dei traffici aerei mondiali dove tutte le principali direttrici di traffico mondiale aereo convergono (Nord/Centro/Sud America-Europa-Asia/Africa e viceversa), ci si deve rendere conto che è ora di smetterla con i complessi di inferiorità e il Governo italiano dovrebbe sostenere la nostra compagnia e farla crescere senza che entri nelle mani di concorrenti o intermediari che la facciano passare di mano, la ridimensionino o la chiudano. Inoltre, andrebbe riaperta Alitalia. Nel giro di 5 anni dobbiamo essere presenti in tutti i continenti, inclusa Australia, e avere almeno 300 aerei e ricoprire almeno 200 destinazioni, cosa possibilissima. Turkish Airlines oggi ha 388 aerei e vola in 315 destinazioni: cosa abbiamo di meno noi in Italia?

Secondo i miei studi, il sistema c’è, non è impossibile raggiungere l’obiettivo, basta solo impegno, lungimiranza e degli investimenti controllati senza i soliti sprechi megalomani del passato e impiegare persone efficienti per meriti senza nepotismo e spero che questo Governo dia una svolta al più presto, perché le ultime notizie sembravano molto tragiche, come un’accettazione della “svendita e alienazione” senza capire che proprio questa compagnia aerea potrebbe ridare un input alla nostra economia enorme. Ribadisco la mia disponibilità a collaborare in questa rinascita di Alitalia e consolidamento di ITA.

antilleanatlantic@outlook.com

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