Gli ultimi avvenimenti sulla telenovela Alitalia riescono a superare non solo i confini della fantasia, ma pure dell’horror: a questo punto non si capisce bene per quale ragione chi entra nella politica in Italia debba essere pagato con soldi dello Stato, perché sarebbe molto più logico pensare che invece i costi di chi alla fine non obbedisce agli interessi di una nazione e a un suo sistema-Paese ma utilizza i soldi dello Stato, con le sue decisioni, per buttarli da anni letteralmente dalla finestra senza costruire nulla, dovrebbero essere a carico di sponsor.



La questione Alitalia costituisce la rappresentazione di quello che è al giorno d’oggi (ma di fatto da anni) un’Italia che non funziona ed è in balia di interessi che con lo Stato hanno poco a che fare, anche da parte di chi (leggasi 5 stelle) è arrivato con l’aurea dell’antipolitica e del populismo e finora si è talmente assuefatto all’ambiente da far rimpiangere perfino i suoi colleghi della Prima Repubblica. Dov’eravamo rimasti? Alla costruzione, sensata finalmente, di un piano che prevedeva una nazionalizzazione come processo di efficientazione di un vettore che, pur producendo numeri positivi, è da anni ancorato a spese fuori mercato imposte anche da contratti firmati per servizi onerosissimi. In definitiva gli 8 punti del piano dell’economista del settore Ugo Arrigo prevedevano una Alitalia finalmente in grado di macinare utili per poi inserirsi pienamente in un mercato importantissimo per il Paese. E poter trasformarsi in quel volano per l’economia turistica che dovrebbe essere, visto che negli altri paesi la compagnia aerea viene considerata tale, oltreché una connessione della nazione alla quale appartiene con il mondo.



Logico no? Forse troppo, visto che a questo piano si è posto subito uno stop per infilarci prepotentemente Lufthansa. Senza troppe spiegazioni in merito, dato che il vettore tedesco ha sempre apertamente ribadito di volere un’Alitalia ancellare, ridotta a mera aerolinea funzionale ai suoi interessi. Insomma, dopo una Etihad targata Pd che avrebbe dovuto far volare alto Alitalia (e invece l’ha portata verso l’ennesimo fallimento, dopo essersi impossessata di parte di quello che gli interessava, ma facendo credere la favoletta del buon samaritano) ora è il turno, con il Governo attuale, dei 5 Stelle, con una differenza: che chi ora si vuole impossessare di Alitalia dichiara le sue vere intenzioni ai quattro venti. In aiuto a questa soluzione è arrivata pure la cancellazione del prestito di 400 milioni che doveva servire a far continuare l’attività di Alitalia almeno fino al maggio prossimo…



Forse chissà, visto la cultura che contraddistingue certi settori politici, si saranno prese in considerazione le richieste di una parte della popolazione che pensa che la valanga di miliardi spesi per Alitalia in questi decenni non sia servita a nulla se non a dimostrare come Alitalia sia un peso morto per l’economia del nostro Paese. Invece se si indagasse un po’ invece di ascoltare le campane a morto di Internet si scoprirebbe che solo nel 2018 Alitalia ha movimentato sulle sue rotte internazionali quasi 10 milioni di passeggeri: se anche solo la metà fosse straniera il contributo al Pil nazionale della nostra compagnia aerea (commissariata) sarebbe di ben 6 miliardi di euro. E stiamo parlando di un solo anno. Se poi calcoliamo che Alitalia a livello internazionale è la terza compagnia operante nel nostro Paese, ma è la prima in quanto a tratte nazionali, se calcoliamo che una buon parte dei passeggeri sono stranieri alla fine la cifra appena elencata appare stimata per difetto.

Insomma, senza andare ad arrampicarsi sugli specchi, una Alitalia efficiente e nazionale, fattore che si stava portando alla luce, contribuirebbe sempre di più al benessere di una nazione che ne ha estremo bisogno. Come succede ad altri Stati che, al contrario del nostro, si tengono ben stretta (ergo nazionale) la propria compagnia aerea. Come vedete è un concetto basato sui numeri di estrema chiarezza e facilità. Ma forse per la nostra classe politica la matematica costituisce pura opinione…