Caro direttore,
mi sono diplomato come Perito Tecnico per il Turismo nel 1985 in Italia, ho lavorato presso agenzie di viaggi in Germania fino al 1990, poi come guida turistica e agenzie di tours tra Repubblica Dominicana e Venezuela fino al 1996. Entrato quindi nel business della distribuzione, import ed export nei Caraibi ex britannici, ho esperienza in air cargo con Sudamerica, Africa e Asia. Mi occupo anche di consulenze per linee aeree e turismo attraverso la mia ditta Antillean Atlantic a Barbados dove risiedo stabilmente con progetti in Caraibi, Canarie, Capo Verde e prossimamente in Brasile.
Alla luce di tutto questo, a pochi giorni dalla fine delle attività di Alitalia, vorrei lanciare una proposta che spero possa essere raccolta da chi vuole un trasporto aereo degno in Italia, anche perché vedo ITA come un’ennesima catastrofe, un danno di immagine e di intrusione straniera scontata del nostro mercato, vista la mediocrità del piano industriale, con ripercussioni irreversibili. Non solo esiste già una ITA in Brasile già operativa, ma guardando il network della futura compagnia italiana, che ha pochissime destinazioni intercontinentali (appena 8) ed è imperniato su voli europei e nazionali, dove è forte la concorrenza delle low cost, mi sembra di essere di fronte a un affronto all’intelligenza dell’uomo comune.
Dallo scorso anno mi sono messo a disposizione formulando proposte che sono state fatte pervenire sia all’ufficio della presidenza del Consiglio che al ministero dello Sviluppo economico. Ho anche inviato una proposta preliminare l’aprile scorso che potrebbe essere sviluppata più dettagliatamente qualora ci fosse un interesse. Mi sono messo a disposizione senza previe condizioni e credo che il Governo dovrebbe ascoltare le varie opinioni e non solo la solita élite. Finora non ho avuto risposto e lo trovo veramente triste considerando che non stanno offrendo agli italiani una nuova compagnia che abbia i numeri per durare.
Credo che qualsiasi rilancio o creazione di una nuova compagnia non si possa avviare guardando a come ricopiare Alitalia in maniera ridotta e a come evitare di riassumerne tutti i lavoratori. Bisogna invece iniziare a creare una compagnia che funzioni, che serva al pubblico e non abbia tanta concorrenza così da poter generare introiti, rimanere sul mercato, crescere, creare turismo e transito di passeggeri e merci in Italia. In questo modo i lavoratori saranno presi automaticamente e avranno così assicurati i loro posti e tutti gli altri fattori positivi arriveranno di conseguenza. Con un piano credibile, credo che anche i lavoratori avranno pazienza.
La proposta preliminare da me fatta al Governo si basa su una struttura e un network che evitino che la concorrenza si prenda gli spazi Alitalia e anzi ne riguadagni nel lungo e medio raggio, soprattutto in Nord e Sud America, Africa, Asia e Australia con almeno 25/30 destinazioni approfittando inizialmente della nostra posizione privilegiata ed evitando che gli italiani usino vettori tipo Lufthansa, Air France, Klm, British Airways, Iberia e Tap. Il medio e corto raggio andrebbe utilizzato solo per riempire il lungo raggio. Bisognerebbe anche creare più hub in Italia per riguadagnare fette di mercato: quindi non solo Fiumicino o Milano, ma anche altri. Se è possibile bisognerebbe non perdere il brand, cercando di fare in modo che ITA sia un rilancio di Alitalia. Sarebbe necessario anche un accordo con i lavoratori per riprenderli a scalare anche delocalizzandoli. Accordi andrebbero cercati anche con i creditori, per esempio tramite sconti su nuovi biglietti in cambio della cancellazione dei debiti.
La compagnia andrebbe anche divisa tra il lungo-medio raggio e il corto raggio, una hybrid e l’altra low cost, appoggiandosi tramite accordi con compagnie minori già esistenti su alcune tratte. Bisognerebbe usare la flotta attuale e gradatamente passare a una più smart, magari con un solo fabbricante per ridurre costi e utilizzare i nuovi A321LR o XLR per il lungo raggio. Andrebbero anche creati collegamenti ferroviari diretti da certi aeroporti a più città. Per esempio, da Malpensa bisognerebbe poter andare direttamente non solo a Milano, ma anche a Torino, a Genova, e anche in Svizzera. Di conseguenza si potrebbero prevedere accordi con le ferrovie per unico biglietto come fa Lufthansa. Si potrebbe pensare anche a un sistema di stopover fino a 7 giorni a biglietto tramite un nostro hub come fa Tap. Bisognerebbe anche scegliere di quale alleanza globale tra vettori far parte o crearne una nuova con linee aeree che ci potrebbero essere utili e non ci fanno concorrenza. Importante sarebbe anche sviluppare il cargo con i voli passeggeri, concentrandosi sul fresh food visto che siamo i primi produttori al mondo. Si potrebbero valutare sconti per gli emigrati all’estero e altre categorie di persone che viaggiano frequentemente.
Sembrerebbe un assurdo, ma in teoria si potrebbero tenere sia Alitalia per il lungo raggio che ITA per prendersi il medio e corto raggio o un qualcosa di simile, così da risolvere questa impasse indecorosa. Credo che solo così potremmo essere allo stesso livello almeno di Klm o Iberia. Con la ITA che si vuole avviare, invece, saremmo peggio di Austrian Airlines, Swiss e Tap e senza speranza di crescere.
Chi volesse contattarmi può farlo attraverso la mail antilleanatlantic@outlook.com