Caro direttore,

il nostro Paese e il mondo intero stanno tremando, combattiamo una battaglia contro un nemico sconosciuto e di cui nessuno può quantificare con certezza gli effetti socioeconomici che produrrà nel breve e nel medio-lungo termine. Ebbene, in uno scenario di tale drammaticità, questo Paese dimostra di non saper fare a meno di far ridere il mondo intero quando si parla di aviazione. Succede infatti che all’interno del recente decreto-legge di sostegno economico connesso all’emergenza epidemiologica da Covid 19, all’art. 79 le misure predisposte per il trasporto aereo sono davvero un mero esercizio di contraddizione in termini, insomma un insieme di assiomi dove viene mortificato ogni principio di diritto, di equità e di logica industriale.



Si cerca goffamente di aiutare Alitalia a scapito di ciò che rimane del trasporto aereo italiano e di fatto si finisce soltanto per aggiungere confusione e aleatorietà a una situazione di scenario già drammatica prima dell’esplosione della pandemia e che a oggi di fatto ha raso al suolo l’intero sistema del trasporto aereo in questo Paese. Peccato, perché sarebbe un’occasione più unica che rara, considerando lo scenario globale, quella di redigere e attuare un piano serio, che potesse riequilibrare l’assetto sistemico del trasporto aereo in Italia e invece ci si è ridotti a legiferare una vera e propria “supercazzola” che non aiuterà né Alitalia, né gli altri player di settore.



Infatti, analizzando nei dettagli le misure intraprese, non si può tristemente non rilevare che ancora una volta l’inadeguatezza mista a incompetenza l’ha fatta da padrona ed ecco che con una notevole dose delle solite furbizie italica all’interno del provvedimento viene inserito un fondo di 500 milioni per l’attuazione delle misure di sostegno a esclusivo beneficio dei soli titolari di licenze di trasporto aerea che alla data di emanazione del decreto esercitano oneri di servizio pubblico.

In altri termini si arriva al paradosso di aiutare solo chi di fatto esercendo rotte onorate è già di per sé sussidiato proprio perché vola su quelle rotte. Siamo al festival del contraddittorio, si escogita una bestialità del genere, che sarà facilmente smontata dai legali delle parti danneggiate nelle competenti sedi, per sussidiare in modo esclusivo Alitalia che a oggi è l’unico soggetto titolare di licenza di trasporto aereo che opera su rotte onerate perché finalizzate alla continuità territoriale.



Si prova così a nascondere con la più goffa delle modalità il fatto che l’attuale management di Alitalia in amministrazione straordinaria ha bruciato in poco più di due mesi 400 milioni di euro elargiti a inizio 2020 dei contribuenti italiani e si trova un modo contorto e a mio avviso di certa reprimenda giuridica, di elargire di fatto altri 500 milioni ad Alitalia questa volta non più sotto forma di prestito, che mai come gli altri già erogati verrà restituito, ma inventandosi un “sussidio ad hoc” in barba a qualsiasi principio di diritto e alle più elementari regole di equità socio-economica.

E come se non bastasse si dà mandato al commissario di costituire una newco per decreto senza delimitare alcun perimetro aziendale, senza definire i criteri di investimento da parte dello Stato che a sua volta si prende l’onere tramite il Mef o altro soggetto pubblico di finanziare la costituenda società per una cifra indeterminata e senza neanche sentire il parere del comitato di sorveglianza che a norma di legge all’interno dell’amministrazione straordinaria dovrebbe rappresentare i creditori e quindi i soggetti che in punta di diritto sono coloro i quali hanno subito il danno maggiore del crac di Alitalia e tra i quali ci siamo tutti noi contribuenti italiani.

Infine, per non farsi mancare nulla, nel bel mentre si riceve un sussidio di 500 milioni, si mandano in cassa integrazione a rotazione 4.000 dipendenti, senza alcuna strategia, ma facendosi dettare la linea strategica dai manager di Lufthansa che infinocchiando parte dell’attuale Governo, grazie allo straordinario lavoro di lobbying fatto dal loro AD di Air Dolomiti, hanno il preciso obbiettivo di farsi regalare la parte volo di Alitalia e spese dei contribuenti italiani per lenire le loro ingenti perdite. Il tutto con annessa macelleria sociale a danno di circa 6.000 dipendenti Alitalia proprio attraverso la costituzione della newco, che, sono pronto a scommettere sin da adesso, sarà costituita a mo’ di spezzatino secondo le direttive teutoniche.

E il bello è che non è finita qui, in quanto nel bel mentre la drammatica vicenda Alitalia si evolve in una dimensione pirandelliana all’interno del dramma del mondo intero, si arriva verso vette inimmaginabili di incoerenza strategica e gestionale contrapponendo al progetto di nazionalizzazione, previsto dal decreto-legge un contemporaneo bando per vendere Alitalia intera o con varie modalità di spezzatino a soggetti privati.

E siccome quando c’è Alitalia di mezzo anche l’impossibile diventa realtà, ecco che alcuni soggetti privati, nonostante le condizioni di scenario, rispondono al bando! Lasciatemi dire, questi soggetti definirli imprenditori o investitori è del tutto riduttivo, questi, cari lettori, sono eroi veri, dotati di un senso della fantasia che a noi comuni mortali non è dato neanche lontanamente immaginare, poiché, riuscire a redigere un piano industriale, ma anche solo le “assumption” di un piano industriale, è roba da marziani, se consideriamo che il trasporto aereo vive il momento più drammatico della propria storia, tanto che il grande Ed Bastian, Ceo di Delta, scrive ai propri dipendenti con raro senso di responsabilità e da vero capo azienda, ammettendo l’impossibilità di prevedere un qualsivoglia scenario del trasporto aereo nel breve e medio termine.

Io resto convinto che la drammaticità dello scenario offra un’opportunità unica per il trasporto aereo in Italia se chi ci governa saprà comprendere l’esigenza e i vantaggi di mettere in piedi una seria operazione di sistema, certamente mettendo Alitalia al centro del villaggio e riportandola nel perimetro pubblico, ma tenendo conto oggi più che mai di tutte le componenti del trasporto aereo e quindi di tutti i player di settore. In quel caso, sono oltremodo convinto che anche i più oltranzisti tra i cosiddetti “liberisti” niente potrebbero obbiettare rispetto a coerenti misure di sussidio eque e con una visione strategica a sostegno dell’intero settore.

E invece, siamo ai soliti sotterfugi, alle classiche operazioni di comparaggio. Alitalia, Neos e Blue Panorama stanno dimostrando di avere personale eroico, che sprezzante delle conseguenze fisiche che l’andare al lavoro potrebbe avere, stanno operando per portare gli italiani a casa. Il trasporto aereo italiano, ormai azzerato da una catastrofe economica senza precedenti, ha ancora qualcuno pronto a decollare da un qualsiasi aeroporto di questo Paese.

Allora occorre che il ministero dei Trasporti diventi la vera cabina di regia di questa crisi tremenda, occorre che si inizi un percorso condiviso con tavoli di lavoro in cui la competenza sia l’elemento fondante e dove non il comparaggio, ma l’equità sociale sia l’elemento cardine per riequilibrare un sistema già allo sbando e che questa drammatica pandemia ha nei fatti ormai pressoché azzerato. Solo così daremo alla comunità internazionale del trasporto aereo l’idea di essere credibili, solo così dimostreremo ai tedeschi che il nostro mercato non è merce da acquisire a costo zero, solo così chi è deputato potrà dare un futuro a un settore collassato, cui è appeso il destino di milioni di lavoratori.

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