Escalation in atto tra Armenia e Azerbaijan che potrebbe portare al riaccendersi del conflitto di due anni fa, terminato con la vittoria degli azeri. In gioco, come ormai da decenni, la regione del Nagorno-Karabakh, enclave armena circondata dal territorio azero e che dopo la firma del trattato di pace in gran parte è tornata nelle mani di Baku. Ma per gli azeri non basta: “Vogliono cacciare completamente ogni armeno da quella zona” ci ha detto Pietro Kuciukian, console onorario armeno in Italia. Negli scorsi giorni si sono registrati incidenti, con l’occupazione di un villaggio da parte azera lungo la linea di contatto dei due paesi e il susseguente rafforzamento delle truppe armene che hanno evacuato donne e bambini. La situazione, ci ha detto ancora Kuciukian, “è aggravata dal fatto che la Russia, le cui truppe erano state disposte come forza di interposizione fra i due paesi, è oggi totalmente impegnata in Ucraina e quindi l’Azerbaijan potrebbe approfittarne per risolvere una volta per tutte a suo favore il problema del Nagorno-Karabakh”.
Risale la tensione tra Azerbaijan e Armenia, cosa può dirci in merito alla situazione sul campo?
Ci sono scontri in atto, come ormai da tempo. C’è pressione da parte dell’Azerbaijan: gli azeri vogliono che gli armeni lascino del tutto il Nagorno-Karabakh. Vanno in giro con altoparlanti, minacciando la popolazione, ordinando loro di andarsene, sparano, uccidono. L’Azerbaijan, poi, ha interrotto la fornitura di gas al Karabakh, dopo che il gasdotto era stato danneggiato, e in seguito riparato. Adesso aprono e chiudono le valvole quando vogliono, si rischia una catastrofe umanitaria. Sono tutti modi intimidatori per creare paura nella popolazione armena.
Il ministero della Difesa russo è intervenuto dicendo che le forze azere hanno violato la dichiarazione di pace trilaterale di due anni fa. Le forze russe di interposizione sono ancora presenti?
La Russia è ovviamente coinvolta in Ucraina, non sappiamo cosa possano fare adesso, nessuno si interessa a quanto sta succedendo. Gli armeni sono abbandonati, come sempre.
L’Azerbaijan è sempre sostenuto dalla Turchia?
Certamente. La situazione è comunque sempre più complicata, si è scoperta la presenza di una base militare di droni israeliana vicino a Baku, la capitale azera. Già durante l’ultima guerra gli israeliani avevano fornito droni all’Azerbaijan. Per Israele avere un alleato che confina con il nemico Iran è importantissimo. Allo stesso tempo si sta creando una alleanza proprio con l’Iran, in modo da costruire ponti stradali che possano aggirare quel lembo di territorio armeno che impedisce la comunicazione diretta fra Azerbaijan e Turchia. È in atto una evoluzione che preoccupa: non dimentichiamo che il progetto pan-turco di arrivare fino alla Cina per impossessarsi di territori ricchissimi di uranio e petrolio è attivo più che mai.
L’Armenia, che ha già perso l’ultima guerra, sarebbe disposta a fare un compromesso per evitare un nuovo conflitto, lasciando il Nagorno-Karabakh?
Come potrebbe mai rinunciare, sarebbe come se l’Italia rinunciasse all’Alto Adige… Siamo davanti a una situazione che, se non ci sono persone coscienziose, può portare anche al genocidio.
Ricorda un po’ quanto sta succedendo in Ucraina?
Esatto. E personalmente ho il dubbio che la Russia abbia invaso l’Ucraina per distogliere lo sguardo dell’Occidente da quanto sta succedendo dal Caucaso all’Asia centrale.
Cioè?
Nel XIX secolo si affrontavano Russia e Gran Bretagna per il possesso dell’Asia centrale. I russi per distogliere l’attenzione cercarono di conquistare la Turchia, il Bosforo, mentre si espandevano in Asia centrale. Adesso l’interesse russo è tutto per il Kazakistan.
Non a caso truppe russe sono intervenute in Kazakistan come prevede il Trattato di sicurezza collettiva prima dell’attacco all’Ucraina.
Già. Nessuno sa esattamene cosa sia successo, ci sono stati anche dei morti e sicuramente Mosca ha calcato la sua mano in modo ancor più pesante.
Chi pagherà per tutti questi interessi geopolitici?
L’Armenia non ha molti amici, è praticamente abbandonata a se stessa.
(Paolo Vites)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.