Cina, allerta dell’ex Nato su Taiwan

Le potenze europee devono fare di più affinché la Cina abbandoni le mire di invasione di Taiwan. A dirlo è l’ex capo della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha affermato come le Nazioni europee debbano essere pronte, se necessario, a scatenare dolorose sanzioni economiche e addestrare le truppe taiwanesi affinché la Cina cessi con le proprie mire espansionistiche. L’ex capo della Nato, in visita a Taipei, ha descritto le potenze europee e della NATO come “troppo ingenue” nel periodo precedente all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. A suo dire, il rischio è di Pechino.



Taiwan vive sotto minaccia di una possibile invasione da parte della Cina, che rivendica l’appartenenza del territorio. “Finora il mondo non ha prestato sufficiente attenzione alle tensioni nello Stretto di Taiwan”, ha spiegato Rasmussen ai giornalisti. “E dovremmo renderci conto che il conflitto tra Cina e Taiwan ha, e avrà, ripercussioni globali. Quindi abbiamo un interesse globale a impedire che tali tensioni degenerino in un conflitto armato” ha spiegato ancora l’ex Nato.



“Dovremmo reagire se la Cina attaccasse Taiwan”

Rasmussen ha spiegato che gli Stati Uniti devono rimanere il principale alleato militare di Taiwan. Le potenze europee e della NATO, a detta dell’ex capo delle Nazioni Unite, dovrebbero essere pronte a mettere in atto politiche che facciano “pensare due volte” Pechino a un’invasione. “Penso che dovremmo reagire con determinazione se la Cina dovesse attaccare Taiwan, e dovremmo sostituire l’ambiguità strategica con la chiarezza strategica”, ha spiegato. Negli anni che precedettero l’invasione del vicino da parte di Mosca, le potenze europee iniziarono ad addestrare le truppe ucraine.



“Potremmo fare esattamente lo stesso con i militari e le donne di Taiwan, potremmo condurre tali addestramenti ed esercitazioni sul suolo europeo”, ha detto ancora Rasmussen. Le attrezzature militari e di difesa informatica, secondo l’ex Nato, potrebbero essere condivise “per rendere Taiwan capace di difendersi da sola”. L’Europa dovrebbe imporre delle “sanzioni complete e profonde contro la Cina” in caso di invasione. Rasmussen ha spiegato che tali sanzioni colpirebbero duramente le nazioni europee perché la Cina è radicata nell’economia globale. “Abbiamo costruito un’Europa basata sulla sicurezza fornita dagli Stati Uniti, merci a buon mercato dalla Cina e gas a buon mercato dalla Russia. Quel modello non funziona più”, ha spiegato ancora.