Un attacco con molotov al consolato americano a Firenze, ma soprattutto un video in cui un sedicente gruppo vicino ad Hamas promette altre 49 azioni del genere come avvertimento nei confronti dell’Italia e dei Paesi che sostengono Israele. Quanto sia consistente la minaccia lo stanno cercando di capire gli investigatori che, in relazione all’episodio che si è verificato in territorio toscano, hanno fermato un giovane di origine giordana che vive nella zona. Se gli accertamenti dimostrassero che l’attentato fiorentino e il video sono da collegare a una struttura terroristica, le minacce contenute nelle immagini mandate alle redazioni di alcune testate potrebbero venire considerate più seriamente.



L’allarme Hamas in Europa, o comunque l’allarme terrorismo islamico, spiega Stefano Piazza, giornalista e scrittore, esperto di sicurezza e terrorismo, va tenuto presente, lo dimostrano le operazioni di polizia in Germania e Olanda, così come le 34 persone segnalate come pericolose dalle autorità italiane. Il livello di attenzione per scongiurare attentati va tenuto alto.



Quanto è preoccupante la rivendicazione dell’azione di Firenze?

Intanto, la Polizia ha fermato un sospettato, un giovane giordano-palestinese. Il video della rivendicazione, trasmesso su un canale Telegram, è preoccupante. Colpisce il linguaggio usato, molto vicino a quello utilizzato da gruppi insurrezionalisti che in questi giorni manifestano fianco a fianco con chi è a favore di Hamas, anche a Firenze. Bisognerà capire le responsabilità della persona individuata, se ha agito da sola, cosa della quale dubito, o se ha approfittato della saldatura tra insurrezionalisti di estrema sinistra e la galassia islamista italiana. Il video è inquietante, soprattutto la parte in cui un sedicente miliziano di Hamas minaccia l’Italia: bisogna vedere se è stato fatto con l’intelligenza artificiale o è stato montato e inviato da altri alla persona fermata.



Nel video chi parla si presenta come rappresentante non di Hamas, ma di chi è con Hamas, e annuncia 50 azioni definite come avvertimenti agli Stati che sostengono Israele. Come vanno intese queste minacce, quelli che annunciano sono “solo” atti dimostrativi?

Bisogna definire la natura di questo gruppo: dicono di non essere Hamas in Europa ma di essere sostenitori, simpatizzanti. Per quanto riguarda gli atti dimostrativi bisogna intendersi: se si butta una molotov contro un palazzo, magari c’è una persona che passa che può rimanere ferita o morire.

Dopo il 7 ottobre in Europa ci sono segnali di attività da parte dei terroristi che fanno presagire possibili attentati?

In Germania e in Olanda ci sono state operazioni importanti, hanno arrestato membri di Hamas che stavano preparando degli attacchi. C’è il pericolo degli Hezbollah che sono molto presenti nel continente: in Germania c’è una comunità libanese fortissima. L’attenzione dell’intelligence in questi mesi è spasmodica verso queste organizzazioni. Non dimentichiamoci la Francia, dove sono state accoltellate tre persone alla Gare de Lyon a Parigi: dicono che sia stato uno squilibrato, ma non ricordo un attentato in cui le autorità non lo dicano. Per ora niente porta a pensare a un atto terroristico, ma gli attacchi all’arma bianca sono una caratteristica comune del terrorismo di matrice islamica. Un episodio che va approfondito.

In Italia l’episodio di Firenze resta isolato oppure ci sono elementi che fanno pensare a un risveglio del terrorismo anche altrove?

Piantedosi ha reso noto che dal 7 ottobre sono stati espulsi 34 estremisti, ritenuti pericolosi per la sicurezza dello Stato. Sono tanti. Facevano propaganda o rilanciavano i messaggi di Hamas, oppure ancora avevano intenzione di colpire, non lo sappiamo. Ma è chiaro che questo dato conferma l’attenzione della Polizia per il fenomeno.

Uno degli aspetti inquietanti della rivendicazione dopo la molotov al consolato americano di Firenze è il riferimento diretto all’Italia, Paese che finora non è stato un obiettivo dei terroristi islamici. Sembra ci abbiano preso di mira: c’entra qualcosa l’assegnazione all’Italia del comando della missione navale difensiva europea nel Mar Rosso?

L’Italia avrà il comando tattico della missione, ma non credo che questo elemento abbia influito. Vedono comunque che l’Italia sta dalla parte di Paesi UE che stanno con Israele, aggredito il 7 ottobre. È vero che non ci sono stati attentati in Italia, ma perché in parte sono stati sventati prima: qualche tempo fa c’era un piano per eseguire un attentato all’aeroporto militare di Ghedi in provincia di Brescia, dove ci sono armi nucleari della NATO, ce n’erano in previsione anche a Venezia. Si è intervenuti prima che succedesse qualcosa.

L’Italia, quindi, è un obiettivo?

Già il fatto che venga attaccata direttamente nella rivendicazione di Firenze è una novità rispetto a quanto successo in precedenza. Va capito se la minaccia proviene direttamente dai vertici militari di Hamas o da un altro gruppo. Il punto è vedere quali sono i collegamenti delle persone coinvolte in questa vicenda, capire come è nato il video, chi lo ha realizzato. È stato ripreso il consolato americano e questa è stata una ingenuità, perché quell’area è piena di telecamere, che probabilmente hanno fornito qualche elemento. Ma c’è una parte delle immagini che potrebbe avere avuto un’altra provenienza.

(Paolo Rossetti)

 

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