Otto aziende su quindici al mondo impegnate a produrre il vaccino anti-Covid sono cinesi, mentre una società biotech sempre cinese, la CanSino, ha già prodotto un vaccino che sta sperimentando su un centinaio di soldati da quasi una settimana. A sentire l’azienda il prodotto sarebbe sicuro ed efficace, ma non ancora al 100%. “I cinesi hanno un’organizzazione sanitaria di grande livello – ci ha detto il professor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario della Fondazione Istituto “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone (Milano) e membro dell’European Influenza Surveillance Scheme (Eiss) – e soprattutto non devono sottostare a tutte le autorizzazioni burocratiche che abbiamo noi, in quanto ogni cosa è in mano allo Stato. E poi ci tengono a fare bella figura davanti al mondo dopo il disastro che hanno combinato”.
La società biotech cinese CanSino ha avviato dal 25 giugno la somministrazione di un vaccino anti-Covid. Il prodotto sarebbe sicuro ed efficace ma non al 100%. Che cosa si sa di questo vaccino?
Si tratta di un vaccino che si basa sul metodo del vettore virale e in particolare sull’utilizzo dell’adenovirus, quindi un virus non patogeno che fa da vettore per il segmento dello spike, la parte esterna del virus, l’uncino di cui il Covid si serve per agganciare le cellule.
Secondo quanto si sa sarebbe stato iniettato in alcuni soldati cinesi e bisognerà aspettare un anno per valutarne gli effetti. Le risulta?
Sì, alcune centinaia di soldati. Loro dicono che il brevetto sarà gratuito, poi sarà da trovare chi lo produrrà su scala industriale e qui ci sono ovviamente dei costi.
Dei 15 candidati vaccini in sperimentazione nel mondo, otto sono cinesi. Perché?
Hanno una grossa organizzazione, sono molto veloci negli aspetti autorizzativi, essendo tutto in mano allo Stato e non hanno i percorsi burocratici previsti nei paesi democratici. C’è poi l’aspetto dell’immagine: essendo il virus sfuggito a loro, i cinesi ci tengono a dimostrare al mondo che aiutano tutti.
E’ vero che molte aziende stanno saltando la fase 3 della sperimentazione oppure la accorpano alla 2 per velocizzare l’iter? Che rischi si possono correre?
E’ chiaro che si tratta del cosiddetto uso compassionevole su soggetti particolari, ad esempio il personale sanitario. Poi ci sarà una diffusione più ampia della vaccinazione.
La Ue ha recentemente deciso di investire più di 4 miliardi in un vaccino anti-Covid. A che punto è l’Europa su questa strada? E che ruolo sta giocando l’Italia?
A Pomezia siamo i produttori di alcuni dei materiali per le sperimentazioni, mentre a Oxford si lavora sul vaccino. Questo al momento, poi bisognerà vedere.
L’epidemiologo americano Anthony Fauci sostiene che il vaccino non garantirà comunque l’immunità di gregge. E’ così? E questo cosa implica?
Non sarà facile ottenere l’immunità di gregge, nel senso che non è detto che avremo protezione a lungo termine. Non si sa quante dosi servano nè l’effettiva efficacia. È tutto da dimostrare.