Secondo i dati Istat sono poco più di 2,2 milioni le famiglie che versano in povertà assoluta in Italia. I dati sono riferiti al 2023. L’incidenza di povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è stabile rispetto al 2022, mentre risulta in aumento la povertà relativa individuale che arriva al 14,5% contro il 14,0% del 2022. Analizzando l’andamento nelle singole città emerge che a Milano il numero dei bisognosi è in aumento. Come riporta infatti il Corriere secondo il Rapporto sulle povertà milanesi elaborato, come ogni anno, dalla Caritas diocesana, nel corso del 2023 tra le persone che si sono rivolte alla Caritas quasi 6 su 10 sono donne, e prevalentemente si tratta di immigrati e disoccupati. Tra questi non mancano però anche persone occupate, che però evidentemente non guadagnano abbastanza da permettersi una vita dignitosa.



Le richieste di aiuto alla Caritas sono salite all’80,9% contro il 77,5% del 2022, e la ragione principale, come si può ben intuire, si fonda proprio sull’insufficienza di reddito. Il Rapporto 2023 conferma poi che le famiglie con figli minori hanno una maggior probabilità di cadere in povertà, sebbene anche non numerose.



POVERTÀ, GUALZETTI: “UN FENOMENO COMPLESSO E MULTIDIMENSIONALE”

I numeri emersi sembrano essere il frutto dei mutamenti in cui è incorsa, soprattutto negli ultimi tempi, la nostra società, i cui meccanismi complessi finiscono per lasciare indietro alcuni, alimentando disuguaglianze e povertà. Di questo parere Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, il quale ha anche aggiunto come, a fronte di questa situazione, sebbene non esistano soluzioni semplici, è la politica a dover intervenire in maniera concretaper rafforzare i redditi di chi lavora, sostenere le famiglie con minori, assicurare ai migranti canali di ingresso regolari e percorsi di integrazione più strutturati e incisivi.”



In buona sostanza, soprattutto in realtà grandi come Milano, è necessario fare in modo che chi ci vive non resti impantanato nell’esclusione sociale e abbia i mezzi per fuoriuscire dalla povertà o per non sprofondarvi. Tutto dipende dall’adeguatezza delle formule economiche e sociali da impiegare e, ancor prima, dalla reale volontà di favorire il giusto orientamento e stare accanto ai più bisognosi.