Piogge più che dimezzate rispetto al 2021, criticità sparse al Centro e Sud Italia, e soprattutto una crisi idrica eccezionale che coinvolge Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, ma non risparmia neppure Valle d’Aosta e parte del Trentino È salato il conto che il clima presenta agli agricoltori italiani. Secondo le stime di CIA, i danni complessivi sul settore sono già destinati a superare il miliardo di euro. E se non pioverà neanche sulle Alpi nelle prossime settimane – rincara l’associazione degli Agricoltori italiani -, si corre il pericolo di dire addio al pomodoro tardivo così come a molte orticole, la cui coltivazione, vista la mancanza di acqua necessaria per irrigare, non può neppure essere avviata. 



E non va molto meglio neppure alla frutta estiva – continua CIA -, in particolare a meloni e cocomeri, per la quale si prevede una riduzione tra il 30% e il 40%, che arriva al 50% per il mais e la soia, produzioni il cui mercato è già ampiamente sotto stress a causa della guerra in Ucraina. Senza contare le ripercussioni sul grano che – dice Coldiretti -, fa segnare quest’anno un calo del 15% delle rese alla raccolta. 



“In questo scenario di profonda crisi idrica – afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche a oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subìti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”. 



E dello stesso avviso è anche CIA che invoca un intervento rapido del Governo per rispondere all’emergenza, così da mettere in campo soluzioni a tutela di cittadini e imprese agricole. C’è bisogno di misure concrete – si legge in una nota dell’associazione -, di interventi seri di manutenzione della rete idrica per un miglior utilizzo delle acque, ma anche di nuove opere di irrigazione, di piccoli invasi distribuiti per accrescere la resistenza dei territori fino a grandi impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, come in Israele, utilizzando in maniera efficiente ed efficace in primis i fondi del Pnrr. 

E non solo. Per Cia, sono infatti necessari anche nuovi strumenti di assicurazione, tanto più che quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando fatti di cronaca di tutti i giorni. Fatti capaci di impattare in modo profondo e duraturo sull’ambiente del nostro Paese. Prova ne è il fatto che, secondo Coldiretti, più di 1/4 del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione. Un fenomeno che, dice l’associazione, riguarda le regioni del Sud, ma anche quelle del Nord.

In buona sostanza – conclude Coldiretti -, la gravissima siccità di quest’anno rappresenta solo la punta dell’iceberg di un processo che mette a rischio la disponibilità idrica nelle campagne e nelle città con l’arrivo di autobotti e dei razionamenti.

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