Emergenza siccità, il governo costretto ad intervenire sulle reti idriche con investimenti da 9 miliardi di euro. Il tavolo tecnico è partito, anche se è stato escluso un commissariamento, si tratta di un primo incontro che stabilirà un piano d’azione concreto e lo sblocco dei fondi. Il ministro Francesco Lollobrigida, ha dichiarato che è urgente recuperare la criticità, bisognava forse cercare di porre rimedio già in passato, ma adesso occorre guardare al medio e lungo periodo. L’estate infatti si preannuncia torrida e l’allarme razionamenti è sempre più concreto. Il progetto è quello di stabilire un’intesa con enti e regioni e poi partire con la realizzazione degli interventi.
Non sarà semplice, perchè come fa notare anche l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino, l’Italia non ha mai investito nella salvaguardia dei corsi d’acqua e nel contrasto al cambiamento climatico. La crisi idrica infatti era stata annunciata e preceduta anche da allarmi che dovevano già far scattare un provvedimento immediato, ad esempio le criticità idrogeologiche annunciate, che sono state alla base di disastri come quello di Ischia.
Siccità: urgenti nuove reti idriche, criticità maggiori al Nord
Il problema della siccità grave sta affliggendo tutta Italia, ma in particolar modo le regioni del Nord, da sempre poco abituate a fare i conti con questo tipo di emergenza. I problemi maggiori, che sono alla base del rischio razionamenti con il quale presto bisognerà fare i conti, sono per il Piemonte e la Lombardia. In queste due regioni a preoccupare è soprattutto il livello dei corsi d’acqua con portate inferiori anche del 70% rispetto al 2022. Ma anche la mancanza delle riserve idriche adeguate ad affrontare la stagione estiva. Gravi anche le ripercussioni economico produttive, il settore agricoltura è stato quello più colpito.
Francesco Lollobrigida nell’incontro di governo ha chiesto di sbloccare almeno 8 miliardi di euro, per destinarli al ripristino, e creazione di nuove reti idriche. Questo per limitare il fenomeno della dispersione, causato soprattutto da una scarsa manutenzione periodica degli acquedotti. Il ministro ha poi concluso affermando che “il 2022 è stato l’anno più siccitoso dal 1800, con un deficit di precipitazioni. E i dati nei primi mesi dell’anno 2023 si pongono sulla stessa linea“