Massimiliano Pasqui, climatologo e ricercatore del CNR intervistato dal Corriere della Sera, parla di quali saranno le prossime previsioni per la primavera e l’estate in relazione all’emergenza siccità che sta colpendo tutta Italia. In particolare, sottolineando come “Le perturbazioni Atlantiche abbiano cambiato rotta“, escludendo gran parte delle regioni del nord e provocando un allarme critico che sarà difficile da far rientrare nei limiti. Servirebbero infatti più di 500 millimetri di pioggia, che equivalgono a circa 50 giorni ininterrotti di precipitazioni. Perchè con i temporali si risolve poco considerando il fenomeno del “ruscellamento“, cioè le acque che scorrono velocemente e si disperdono senza penetrare nel terreno, e quindi il livello di siccità resta sostanzialmente invariato.



Per risolvere la situazione estrema quindi occorrerebbe almeno un anno, e in queste condizioni la sofferenza continuerà a peggiorare, perché il problema è da ricercare in una causa globale. L'”anomalia climatica è ormai in peggioramento sul Pacifico“; questo contribuisce all’innalzamento delle temperature su tutta l’area atlantica e mediterranea. La colpa non è solo da ricercarsi in cause naturali, ma anche il surriscaldamento provocato dalle attività umane ha contribuito a provocare questo scenario di siccità grave.



Siccità Italia: peggiorerà in estate, soprattutto al Nord Ovest

La situazione nelle regioni italiane è decisamente grave. Come sottolinea Pasqui, al nord ovest, soprattutto in Piemonte, il rischio si intensifica proprio a causa del cambiamento di rotta delle perturbazioni che in genere colpiscono la zona in autunno / inverno. La carenza di neve sulle Alpi è salita al 60%, mentre la situazione in montagna al centro Italia è decisamente migliore. Anche se questo comporta inevitabilmente una condizione di clima tardo primaverile già a febbraio.

Secondo il ricercatore del CNR, peggiorerà in estate, come era prevedibile. Anche se a primavera dovremo aspettarci precipitazioni più frequenti e abbondanti della media, ma un recupero sarà veramente improbabile, perché “manca troppa acqua. Il ristoro può avvenire solo in un periodo molto più lungo. Serve almeno un anno per risanare le situazioni più estreme“. Il deficit idrico infatti perdura già dal 2021, e ormai si può solo provare a ridurre la criticità.