L’allarme dell’ONU: “Aumenta il terrorismo su Twitter”

Secondo un recente articolo del quotidiano Financial Times, su Twitter e sui vari social network pesa sempre di più il rischio terrorismo. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione delle Nazioni Unite con un rapporto chiamato “Tech Against Terrorism”, nel quale si evidenzia come i tagli di personale delle varie piattaforme avrebbe limiamo ampiamente il campo d’azione della divisione che si occupa di questo tipo di reati online.



Secondo quanto rilevato dall’Onu, infatti, su Twitter l’impatto del terrorismo è aumentato di parecchio nell’ultimo periodo. A pesare sarebbe stata soprattutto la nota acquisizione da parte di Elon Musk del social, che ha portato al licenziamento in tronco di una grande parte dei dipendenti, che dai 7.500 iniziali sarebbero stati quasi dimezzati. Secondo il rapporto dell’Onu, il taglio ai dipendenti del social con l’uccellino blu avrebbe colpito in larga parte proprio gli esperti che si occupavano di controllare, rimuovere e, più generalmente, moderare i contenuti pubblicati. Questa scarsa moderazione avrebbe portato ad una proliferazione del terrorismo su Twitter, senza peraltro che ci sia qualcuno a cui rivolgersi per far rimuovere quel tipo di contenuto.



Terrorismo online: non solo Twitter

L’allarme sul terrorismo online dell’Onu non riguarderebbe, però, solamente Twitter, che tuttavia rimane il social che presenta più criticità. “Se ci imbattiamo in contenuti pericolosi, non sappiamo nemmeno più a chi rivolgerci perché sono stati licenziati”, ha dichiarato Adam Hadley, che guida la divisione antiterrorismo online delle Nazioni Unite.

“Le piattaforme devono costantemente adattare i filtri e i termini di ricerca”, spiega ancora Hadley parlando dell’allarme terrorismo su Twitter e online, “e i terroristi trovano sempre il modo di aggirare queste regole. La nostra preoccupazione è che questo richiede una profonda competenza, e molti degli esperti con cui siamo abituati a lavorare presso le grandi piattaforme se ne sono andati”. Dal conto suo Twitter non avrebbe commentato la questione terrorismo, mentre il gruppo Meta (Facebook, Instagram e Whatsapp) ha detto di avere almeno 40mila dipendenti impiegate esclusivamente in questo tipo di mansioni. Similmente, anche Snap (che possiede il social Snapchat, molto diffuso all’estero ma non in Italia) ha detto di avere un team di fiducia per la moderazione e che, nonostante i tagli, nessuno di loro è stato licenziato.