Lo scorso inverno la crisi carsica delle interminabili attese per il rilascio del passaporto era emersa nella sua incredibile sostanza: per ottenere un passaporto bisognava mettere in conto un’attesa da tre mesi all’infinito. Da allora a oggi la situazione non è migliorata, anzi, malgrado le promesse di interventi strutturali fatte dai ministri competenti, il passaporto è sempre più un miraggio. Una recentissima (6 giugno) indagine-bis di Altroconsumo rivela che in sei città sulle dodici esaminate perfino le prenotazioni per fissare l’appuntamento nelle Questure sono “non disponibili” per tutte le date possibili in quel momento sulla piattaforma ministeriale di prenotazione.
Si tratta di Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano, in netto peggioramento rispetto a novembre 2022, quando un appuntamento in Questura era disponibile dopo circa un mese, tranne che per Genova e Padova, dove già lo scorso febbraio le prenotazioni (sul portale www.passaportonline.poliziadistato.it, che fornisce le disponibilità nei commissariati) erano impossibili. Ma anche dove le prenotazioni sono accettate, le date proposte sono incredibili: a Bolzano, ad esempio, bisogna aspettare l’anno nuovo per potersi presentare in questura, più di 7 mesi di attesa (230 giorni), tre mesi in più rispetto all’indagine Altroconsumo di novembre scorso. Non mancano, comunque, anche casi virtuosi, come Firenze e Napoli, dove il primo appuntamento disponibile è addirittura il giorno dopo. Bene anche Roma, che dà disponibilità due giorni dopo.
È vero che il pass rosso italiano è un ottimo lasciapassare, che consente di viaggiare in 189 Paesi senza bisogno del visto. Ed è anche vero che post-pandemia e adesso, all’inizio dell’estate, le richieste aumentano, per di più incrementate dalle nuove richieste di passaporto per l’ingresso in Gran Bretagna. Ma sembra siano rimasti intatti i nodi che ingolfano il sistema: l’inadeguatezza degli uffici deputati, con poco, pochissimo personale, l’incerta digitalizzazione, la scarsa sincronizzazione con i sistemi operativi coinvolti nell’iter burocratico per il rilascio, fino ai problemi dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, che materialmente stampa i passaporti, subissato anche dalle aumentate richieste di stampa per le carte d’identità elettroniche. “Infine – sostiene Altroconsumo – ci sono anche le nuove cittadinanze che, come primo atto, portano alla richiesta di passaporto e la gestione diretta, anziché mediata dai Comuni come avveniva prima, con l’introduzione delle impronte digitali elettroniche per cui solo Questure e commissariati sono autorizzati”.
Le soluzioni non sembrano né semplici, né di immediata applicazione (anche se il problema, a dire il vero, imperversa da molti mesi…). Alcuni questori hanno proposto l’estensione del numero dei giorni della settimana in cui i dipendenti degli uffici passaporto sono aperti al pubblico, garantendo in tal modo la disponibilità di un maggior numero di appuntamenti prenotabili online per la presentazione delle domande e della relativa documentazione. Bene, ma anziché proporlo perché non lo fanno? Semplice: manca il personale. Ci sono anche territori (come il Trentino) dove Questura e Comuni si sono accordati per ridurre i tempi di rilascio, facendo prenotare gli appuntamenti nei municipi di riferimento. E c’è anche il progetto Polis di Poste Italiane, annunciato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che prevede l’istituzione di uno sportello unico di prossimità, che consentirà anche di richiedere i passaporti negli uffici postali dei piccoli borghi. Infine, resta la procedura d’urgenza (dimostrabile con specifica documentazione), prevista per chi richiede il rilascio rapido del passaporto per, in ordine di priorità, partenze imminenti per cure mediche all’estero, trasferta di lavoro, necessità familiari, di studio e infine per turismo, oppure per l’esigenza di essere in possesso del passaporto in anticipo rispetto alla partenza per l’acquisizione di visti particolarmente complessi.
In questa difficile situazione, la vittima principale è ancora una volta il turismo, con le agenzie di viaggio in sofferenza: come si può prenotare un viaggio o una vacanza all’estero se non si è certi di ottenere il passaporto e potere partire? Secondo Assoviaggi, l’impasse dei passaporti ha causato disdette, mancate prenotazioni o rinvii: il 96,5% delle agenzie associate denuncia gravi danni, con una media di sette viaggi annullati in ciascuna di esse. Già nel marzo scorso un’indagine affidata all’Istituto di Ricerca IRCM da Vamonos Vacanze (to italiano specializzato in vacanze di gruppo) dimostrava che i viaggi annullati a causa dei ritardi delle questure e (soprattutto) dei meccanismi di prenotazione ammontavano fino ad allora a circa 100mila, corrispondenti a 180 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. Oggi, ovviamente, la situazione è ulteriormente peggiorata.
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