Il social network X, l’ex Twitter, è considerato quello in cui si può trovare la maggiore disinformazione. Come si legge su Hdblog.it, per questa ragione l’Unione Europa lo sta osservando con estrema attenzione, visto che le fake news sono superiori a quelle che si trovano sulla concorrenza. A far emergere tale situazione è un report redatto da TrustLab, su richiesta dei firmatari del Codice di Condotta UE contro la disinformazione. Il nuovo rapporto Code of Practice on Disinformation, relativo ai soli primi sei mesi dell’anno 2023, è stato quindi consegnato alla Commissione Europea, e nello stesso documento sono state anche indicate le azioni che i social media hanno intrapreso per contrastare la disinformazione.



Come riferito ancora da Hdblog.it, il report dell’Unione Europea raccoglie tutte le informazioni sul lavoro effettuate sulle varie piattaforme social nella prima metà dell’anno, e vengono inoltre mostrati tutti gli sforzi di ogni spazio sociale per cercare di contrastare le news false, ma anche notizie di incitamento all’odio, e la propaganda russa. Dopo X, il secondo social network con maggiore disinformazione è risultato essere Facebook, che comunque, viene specificato, si tratta di uno spazio web che aderisce al codice di condotta dell’UE, così come anche Google, TikTok e Microsoft, ed inoltre collabora con le autorità comunitarie per eliminare quanto prima i contenuti contrari alla legge.



X È IL SOCIAL NETWORK CON PIÙ DISINFORMAZIONE, IL MESSAGGIO DI VERA JOUROVA

Diversa invece la situazione relativa al social di Elon Musk, che non fa più parte del codice di condotta ma che è tenuto in ogni caso a rispettare lo stesso DSA. Věra Jourová, commissaria europea su valori e trasparenza e responsabile dell’attuazione del nuovo codice, ha commentato: “La situazione di Twitter/X è decisamente più complessa, in quanto il social non fa più parte del codice di condotta ma è comunque tenuto a rispettare il DSA”.

Giusto per citare alcuni dati, su Google sono stati bloccati più di 31 milioni di euro di pubblicità di falsi contenuti, respinti 141.823 annunci politici che non hanno superato i processi di verifica dell’identità, e chiusi 411 canali Youtube e 10 blog di propaganda russa.