Allenatrice tedesca di pentathlon moderno picchia il cavallo che non salta nella prova di equitazione ed invita la sua atleta a fare lo stesso: risultato, espulsione dai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Hanno suscitato insieme sdegno e scalpore le immagini di Kim Raisner, ex campionessa del mondo e d’Europa, che ha percorsso un cavallo nel corso della prova olimpica disputatasi ieri, venerdì 6 agosto. A risultare fatale per la Aisner è stata con ogni probabilità l’assenza di pubblico al Tokyo Olympics di Komazawa, dove ha avuto luogo la prova di equitazione del pentathlon moderno: senza il tifo proveniente dagli spalti, infatti, i microfoni hanno avuto vita facile ad intercettare le urla dell’allenatrice e i suoi incitamenti a dir poco isterici, prima che la stessa Raisner sfogasse la propria frustrazione sulla gamba posteriore del malcapitato cavallo Saint Boy. Ma come si è arrivati a questo punto? Dobbiamo prenderla un tantino larga, partendo cioè dal discusso regolamento olimpico del pentathlon moderno, che impone agli atleti di svolgere il salto ad ostacoli non con il cavallo con cui sono soliti allenarsi durante l’anno, ma con uno estratto a sorte e con cui hanno soltanto 20 minuti per prendere confidenza in fase di riscaldamento.
ALLENATRICE TEDESCA PENTATHLON PICCHIA CAVALLO CHE NON SALTA
Si arriva così alla prova della cavallerizza tedesca Annika Schleu, che monta appunto Saint Boy. La prova dell’atleta teutonica parte con il piede giusto, ma ci vuole poco a comprendere che il cavallo è nervoso e per niente disposto a seguire le direttive della cavallerizza. La Schleu, fino a quel momento nelle prime posizioni, frustrata all’idea di veder andare in fumo il lavoro degli ultimi cinque anni, emette allora un urlo di disperazione che non può passare inosservato nello stadio vuoto. E’ proprio a quel punto che interviene l’allenatrice Kim Raisner, percuotendo il cavallo e invitando la Schleu a fare lo stesso: “Colpiscilo, colpiscilo: ma fallo per davvero“. Per la cronaca: Saint Boy, com’era logico attendersi, non è certo diventato più docile. Nel frattempo in Germania, Paese sempre molto sensibile ai maltrattamenti sugli animali, si è sollevata un’ondata di sdegno. Le proteste in tutto il mondo hanno portato la Uipm, la federazione internazionale di questa disciplina, a prendere dei provvedimenti: ovvero la squalifica dalle Olimpiadi, con effetto immediato, dell’allenatrice tedesca, che così non ha potuto svolgere le sue mansioni nella prova maschile. L’episodio, comunque, ha aperto una riflessione anche sul regolamento della disciplina, con il capo squadra della Germania ai Giochi, Alfons Hoermann, che ha invitato l’Uipm a trarre conclusioni “nell’ottica di migliorare le competizioni di pentathlon: bisogna tutelare di sicuro il benessere dei cavalli, ma anche fare in modo che gli atleti possano competere in modo equo“. Insomma, mai più sorteggio?