Conosciuta come orticaria acquagenica o allergia all’acqua è una patologia rara che nel mondo ha colpito 250 persone. La malattia rende difficile, se non impossibile, gesti quotidiani come bere, sudare, acqua, piangere e farsi la doccia. A spiegare questa patologia è stata Tessa Hansen-Smith, 25 anni, statunitense, affetta dall’allergia da quando aveva 8 anni.
Basta il semplice contatto con l’acqua e la pelle si ricopre di eruzioni cutanee, piaghe, lividi, bruciori e perfino sanguinamenti. Una condizione quindi tutt’altro che facile quella di coloro che si ritrovano ad essere affetti dall’allergia all’acqua. La storia di Tessa è rimbalzata sui media internazionali, portando alla ribalta una patologia poco conosciuta che porta ad un calvario quotidiano. Questa situazione ha spinto la giovane a lanciare una colletta su GoFundMe per riuscire a pagare le spese mediche e guardare al futuro. Tessa infatti, come tutte le ragazze della sua età, ha dei sogni, e tra questi c’è anche quello di diventare infermiera. “Spero di poter tornare di nuovo a scuola, di poter lavorare, di ritrovare un senso di normalità nella vita“, ha spiegato all’emittente Usa Abc30. Insomma, nonostante la patologia, non chiede altro che una vita al pari dei suoi coetanei.
COME SI VIVE CON L’ALLERGIA ALL’ACQUA
Eliminare dalla quotidianità l’acqua non deve essere facile. E infatti Tessa ha spiegato come negli anni abbia imparato a convivere con questa patologia, usando stratagemmi per ridurre il rischio di comparsa di piaghe e rush cutanei. La giovane ha così sostituito l’acqua col latte e ha ridotto a una volta ogni 2-4 mesi la doccia. La ragazza tiene a bada i cattivi odori radendosi, come ha riferito, e usando il deodorante nelle zone del corpo in cui può, perché anche le alternative all’acqua non le giovano. “Ho pulito il mio corpo qua e là con salviette umide progettate appositamente, ma anche quelle fanno male“, ha spiegato. Anche la sua dieta alimentare è stata rivista per evitare per quanto possibile cibi troppo ricchi di acqua.
Inutile dire come il grado di frustrazione sia elevato, tanto più che si tratta di una malattia di cui non sono note le cause. Si è solo notato statisticamente che è più diffuso tra soggetti di sesso femminile. Senza contare che al momento non esisterebbe nemmeno una cura in grado perlomeno di lenire gli effetti conseguenti al contatto con l’acqua. Su Tessa addiritttura la patologia sta peggiorando, e durante la pandemia ha avuto anche problemi di disidratazione.