Dopo i casi registrati negli ultimi giorni è allerta in merito agli integratori alimentari a base di curcuma ritirati dal mercato dal Ministero della Salute e che sarebbero la causa di almeno 10 casi di epatite colestatica acuta, una forma comunque non infettiva della patologia: a segnalarlo è stato l’Istituto Superiore di Sanità che ha posto l’accento su quello che non è ancora un vero e proprio allarme dal momento che il primo caso risale addirittura allo scorso dicembre anche se la vera impennata si è avuta solo nelle recenti settimane (la maggior parte dei quali in Toscana). Dopo il ritiro di alcuni lotti del prodotto appartenenti a diversi marchi e l’invito a chi li avesse già acquistati a sospenderne l’assunzione il fenomeno potrebbe essere contenuto anche se al momento non vi sono ancora certezze in merito alle cause. Intanto sulla vicenda stanno indagando lo stesso Centro Nazionale di Epidemiologia presso l’ISS e il Centro Regionale di Farmacovigilanza toscano.



DUE LE POSSIBILI CAUSE

Stando infatti al parere di alcuni esperti potrebbero essere essenzialmente due le cause di questo problema ma per avere risposte certe toccherà aspettare gli esiti dell’indagine che sta riguardando le aziende interessate e la stessa filiera produttiva. Una possibile spiegazione potrebbe essere la contaminazione o un incidente simile in alcune delle coltivazioni per via di micotossine molto aggressive o anche la presenza di piperina –un derivato del pepe- che è presente in alcuni degli integratori alimentari a base di curcuma. L’altra ipotesi attualmente al vaglio è che a far insorgere l’epatite possa essere stato un tipo di curcuma non destinata a uso medico (vale a dire la cosiddetta curcuma longa) e che quindi conterrebbero delle particolari biomolecole chiamate terpeni che potrebbero aver intossicato il fegato delle dieci persone di cui sopra. In attesa dell’esito delle analisi tuttavia i casi segnalati si stanno pian piano risolvendo mediante la sospensione dell’assunzione degli integratori incriminati.

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