Piove sul bagnato. E si prevede che pioverà tanto su terreni e corsi d’acqua già particolarmente provati dai nubifragi della scorsa settimana. Così, malgrado queste nuove precipitazioni siano attese meno intense, ugualmente rischiano d’essere fatali, ed è per questo che sono scattati gli allarmi. Lombardia e Veneto sono le regioni più a rischio, ed è scattata l’allerta rossa (la decide la Protezione civile e la diffonde la Regione). “Stavolta, rispetto alla settimana scorsa – ha detto il Governatore del Veneto, Luca Zaia -, le previsioni si annunciano leggermente migliori. Ma c’è un problema grosso: abbiamo terreni già molto provati e carichi d’acqua, fiumi ingrossati e una situazione di partenza già compromessa. Per questo dico attenzione massima, soprattutto nel Vicentino, nel Padovano e nel Rodigino, mentre la provincia di Verona dovrebbe essere meno colpita”. “Poniamo massima attenzione per l’evolversi della situazione meteo. Al momento, dopo le piogge in atto da ieri pomeriggio, sono saliti i livelli dei corsi d’acqua. Stiamo monitorando opere e argini, provati dalle ripetute sollecitazioni e stressati dalle precipitazioni della scorsa settimana. Sono già stati aperti tre sifoni del bacino di Montebello”.
Negli avvisi di criticità idrogeologica e idraulica diffusi, l’allerta si estende anche al Brenta. Un’allerta, ovviamente, che non mette ai riparo dai rischi, ma quantomeno cerca di prevenire i danni più seri a persone e cose: in allerta rossa gli organi competenti sono tenuti a mettere in atto tutte quelle misure utili a prevenire eventuali rischi, invitando la popolazione a rimanere a casa e limitare le uscite allo stretto necessario. Molto spesso – proprio per evitare spostamenti – i sindaci dispongono la chiusura di scuole e uffici pubblici. Nel caso in cui vi sia qualche corso d’acqua nelle vicinanze, può essere raccomandato a coloro che abitano al piano terra di salire ai piani alti.
Più di 30 gli interventi dei vigili del fuoco per allagamenti e danni d’acqua. Le zone più colpite sono le province di Treviso, Verona, Vicenza; a Peri, Comunie di Dolce (Verona), a causa dell’esondazione del torrente Ri sono stati evacuati i residenti dalle loro abitazioni. Si segnalano tracimazioni e allagamenti a Villa D’Asolo (Treviso), con danni alal circolazione stradale, a Marostica, Molvena e Bassano del Grappa (Vicenza). Vigili del fuoco sorvegliano la provinciale 72 (Bassano-Asiago) a rischio frane. Nel padovano, preoccupano soprattutto Bacchiglione e Muson (già esondato pochi giorni fa), due corsi d’acqua circondati da terreni già gonfi d’acqua, con una portata attualmente già elevata.
L’allerta rossa, dunque continua, con il meteo che rimarrà instabile con precipitazioni più irregolari e discontinue e meno violente di quelle che hanno portato alla situazione che ancora si registra in queste ore. L’allerta rossa riguarda la criticità idrogeologica (rossa nel bacino del Basso Brenta Bacchiglione, arancione nei bacini dell’Adige-Garda e Monti Lessini e dell’Alto Brenta Bacchiglione Alpone, gialla nel resto delle zone del Veneto) mentre è di colore arancione e gialla quella idraulica.
Le precipitazioni dunque potrebbero non essere problematiche se non fossero state così copiose quelle delle giornate passate. Il terreno oggi non è più in grado di ricevere e assorbire quell’acqua che altrimenti assorbirebbe. “Abbiamo emesso un bollettino di massima allerta, per piovosità previste di cento millimetri, che vuol dire dieci centimetri d’acqua per metro quadrato”.
I Comuni hanno risposto: Padova ha avvisato la popolazione dell’allarme per maltempo, invitando a mettere in sicurezza persone, animali e cose dai piani interrati e lungo i corsi d’acqua e predisponendo la distribuzione di sacchi di sabbia (i depositi della Protezione sono già stati presi d’assalto: ne sono stati già consegnati 14mila). Altri Comuni, come Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione e Vestenanova, tutti nella val d’Alpone, nel Veronese, avevano già deciso la chiusura di tutti i plessi scolastici.
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