Forse sarebbe meglio non mangiare il salmone allevato con metodi intensivi. Questo quanto scrive Gambero Rosso citando una inchiesta condotta dalla BBC, da cui emerge una situazione alquanto preoccupante. La produzione, spinta da una domanda altissima, sta danneggiando l’ambiente ma soprattutto la salute di umani e salmoni stessi. L’acquacoltura intensiva, il metodo di allevamento dei salmoni, ha causato la morte di ben 17 milioni di pesci nel 2023, decessi prematuri negli allevamenti del Regno Unito, un aumento del 193 per cento rispetto al 2020.



Secondo il sindacato dell’industria del pesce di allevamento scozzese, tale numero di morti è stato causato dall’aumento delle temperature del mare, che provocherebbe delle fioriture di alghe e micro-meduse, ma l’organizzazione benefica Animal Equality ha contestato tale versione dei fatti, portando alla luce una situazione ben differente. I salmoni sarebbero malati e morenti e galleggiano negli allevamenti, mentre altri individuati sarebbero morti schiacciati contro le reti delle vasche, oltre a enormi quantità di pesci deceduti scaricati dai lavoratori in contenitori per smaltimento.



ALLEVAMENTO SALMONE IN SCOZIA, INDAGINE CHOC: MALATTIE E BATTERI DIFFUSI

Ma da cosa sarebbe provocata tale emorragia? Sempre stando all’organizzazione, ci sarebbero malattie e batteri diffusi in questi ambienti per via del sovraffollamento estremo in cui gli stessi animali sono costretti a vivere, che causa loro un elevatissimo stress. Ma non finisce qui perchè gli allevatori utilizzerebbero anche antibiotici in quantità eccessiva, ed inoltre vi sarebbe una infestazione di pidocchi marini.

Nel 2022 il 68 per cento degli allevamenti della Scozia ha violato il Codice di buone pratiche in merito ai livelli consentiti di pidocchi di mare, che rappresentano un pericolo per i pesci e nel contempo una grave rischio per la biosicurezza. Che dire poi dei disastri provocati all’ambiente. I rifiuti organici e chimici degli allevamenti di salmone stanno di fatto uccidendo tutti i fondali, e anche il rilascio di antibiotici, medicinali e altre sostanze chimiche, è notoriamente tossico per pesci e altri organismi marini, compresi uccelli e mammiferi.



ALLEVAMENTO SALMONE IN SCOZIA, INDAGINE CHOC: L’INDUSTRIA NON VUOLE FERMARSI

Ovviamente l’industria ittica scozzese non è intenzionata a fermarsi, ed anzi, programma di conquistare ulteriori quote di mercato e costruire nuovi allevamenti, anche per via della forte occupazione e dell’importanza nell’economia scozzese. Purtroppo l’Italia è fra i primi 10 importatori di salmone scozzese, e con circa 2,4 chilogrammi procapite ogni anno è il quinto paese per consumo di questo pesce.

Il pesce che giunge sulle nostre tavole, precisa Gambero Rosso, spesso e volentieri proviene dagli allevamenti intensivi di cui sopra di conseguenza non bisogna focalizzarsi solamente sugli allevamenti industriali di carne, ma è necessario anche porre l’attenzione su quelli ittici. Per evitare di esportare il salmone e porre fine a tale situazione, bisognerebbe esortare i consumatori a rinunciare ai salmoni d’allevamento, fino a che non saranno adottate delle norme che garantiranno una migliore vita dei salmoni e un minor rischio per l’uomo e l’ambiente.