I disastri dell’alluvione in Emilia Romagna si toccano con mano. Ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, case e aziende sono ancora sott’acqua. Il disastro, però, si sarebbe dovuto e potuto prevenire. “Glielo abbiamo detto più volte che dovevano pulire il fiume. Dicevano che c’erano i tassi, le nutrie, gli uccellini… Ma come fai a far pulire i fiumi se c’è la situazione così?”, spiega un agricoltore. L’ARPA, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, “quando viene va sotto questo capannone, dice che è in disordine e fa la multa. È ora di finirla con questa gente. Soprattutto l’ARPA. Sono tutti verdi, sono tutti protezionisti, è gente che non ha mai fatto un ca*zo. Sono loro che devono dirigere la mia azienda. Loro devono fare le leggi per la mia azienda!”.
La situazione è molto simile a Durazzano, sempre nel ravennate. Anche lì, i letti del fiume sono pieni di vegetazione. “Guardate che alberi che ci sono… Qui il deflusso ha rallentato per via di tutta la vegetazione e ha spaccato il muretto invadendo i campi” racconta un uomo del posto a Fuori dal Coro. Gli fa eco un altro: “Non si può toccare niente perché dicono che ci si devono nascondere gli animali”.
Gli allarmi inascoltati
A Sant’Agata sul Santerno la situazione non cambia. Un imprenditore agricolo, colpito dall’alluvione in Emilia Romagna, racconta a Fuori Dal Coro: “Abbiamo buttato via tutti i nostri mobili. Abbiamo centinaia di migliaia di euro di danni e vogliamo essere risarciti”. A Faenza, il dottor Arturo Frontali, nel 2012 disse che con i fiumi in questa situazione di incuria, si sarebbe rischiato il disastro. L’esperto aveva segnalato ai sindaci e alla provincia la situazione, chiedendo di intervenire a chi di dovere: nulla, però, è stato fatto.
La stessa Ravenna aveva lanciato un allarme: “C’erano fragilità del sistema idraulico. L’ho segnalato tra il 2018 e il 2019”, racconta l’ingegner Barbieri. Anche il Consigliere Comune di Ravenna Lista Civica La Pigna, Verlicchi, racconta: “Nel 2019 abbiamo presentato una richiesta al sindaco per un piano di operatività per ridurre i rischi di un’eventuale alluvione, ma non fummo ascoltati assolutamente”.