Non avevo neanche finito di posare la penna per informarvi di ciò che stava dietro le altissime temperature in Canada e nel nordovest degli Usa che siamo rapidamente di fronte a un altro evento estremo. Purtroppo dobbiamo cominciare ad “abituarci”, come vi dicevo nel precedente articolo. Si potrebbe ragionare con una certa dose di cinismo: le alluvioni non succedono solo da noi. Sì, ma ciò che è accaduto giovedì 15 luglio nell’angolo di Europa tra Germania, Belgio e Olanda non ci deve fare tirare un sospiro di sollievo soltanto perché non è successo a noi. Vi spiego perché.



Cosa è successo? In poche ore sono caduti intorno a 250 mm di pioggia su quest’area ristretta, una quantità che normalmente richiede alcuni mesi per essere registrata. I corsi d’acqua sono esondati provocando estese alluvioni con interi paesi le cui strade si sono trasformate in fiumi di acqua e fango. Al momento in cui scrivo il bilancio è di oltre 100 morti e 1.300 dispersi. Sia chiaro, questa non è un’alluvione “normale” per quanto questo aggettivo possa essere utilizzato per descrivere questi eventi in senso lato. Questa è una vera e propria catastrofe.



Dal punto di vista meteorologico, ciò che è successo è stato causato dall’instaurarsi di una vasta area di bassa pressione che ancora permane sull’Europa centro-occidentale, come si vede dall’immagine satellitare (cortesia di Sat24.com) che mostra le nubi alte che ruotano intorno a un centro situato sulla Germania appena a nord delle Alpi. La situazione meteo è abbastanza conosciuta: una profonda bassa pressione in quota intrappolata tra aree di alta pressione circostanti. È una situazione che già da martedì 13 si proponeva come rischiosa per il possibile maltempo estremo che è normalmente associato a simili situazioni bariche. I temporali hanno cominciato a colpire il nordovest italiano, la Germania orientale, il nord dei Balcani e la Polonia. La porzione posteriore (più a ovest) di questa bassa pressione ha convogliato sull’area tra Francia, Belgio, Germania e Olanda un altissimo contenuto di umidità dall’oceano Atlantico. Aggiungiamo che la rotazione della bassa pressione è continuata per quasi tre giorni con intense precipitazioni al suolo. La pioggia è venuta sia dalle nubi stratificate dei fronti associati alla bassa pressione che dai temporali originati dall’instabilità estesi tra la Germania dell’ovest e il Belgio dell’est tra mercoledì 14 e giovedì 15 luglio.



La mappa di precipitazione cumulata che vediamo di seguito (cortesia di Modellzentrale) mostra come la Germania ovest ed est abbia ricevuto circa 150 mm di pioggia in 24 ore portando il totale da 200 a 250 mm sull’area, poi inondata, a partire da martedì 13 luglio. La pioggia cumulata totale ha raggiunto in talune zone 300 mm, che corrispondono a circa 3 mesi di pioggia in condizioni normali.

Il fenomeno è certamente anomalo e di portata eccezionale. Si sono registrate alluvioni in Europa centrale negli anni scorsi come quella del fiume Elba dell’agosto 2002 che interessò tutto il bacino dell’Europa dell’est colpendo fortemente le città di Dresda e Praga. Tuttavia, ciò che deve colpire è la portata meteorologica di questa nuova alluvione, la sua estensione e la forte localizzazione delle precipitazioni più intense. Siamo in presenza di una notevole anomalia, non ci sono dubbi.

Le piogge sono state così intense perché il normale scontro tra aria fredda atlantica e aria calda sul continente è stato troppo violento. Il riscaldamento solare aveva fatto registrare nelle settimane scorse temperature record in Germania e nel centro Europa. Forte riscaldamento significa necessariamente che una enorme quantità di energia viene immagazzinata nei bassi strati dell’atmosfera vicino al suolo. L’avvento dell’aria fredda in quota crea le condizioni ideali per la formazione di estesi sistemi nuvolosi convettivi con temporali intensissimi e piogge torrenziali. I temporali intensi, poi, si formano su un substrato di aria calda proveniente dal Sahara che ha interessato il nostro continente nei giorni scorsi. Queste masse d’aria sono caratterizzate da un elevato contenuto di particelle di aerosol (sabbia) che favoriscono la formazione del ghiaccio in nube nei temporali, inducendo di fatto la formazione di forti precipitazioni. Ecco il mix mortale a monte di ciò che è successo.

Concludiamo con le domande d’obbligo. Succederà ancora? Sarà questa la normalità da ora innanzi? La sicurezza non ce la dà nessuno, ma è un fatto assodato che questi eventi sono sempre più frequenti, come previsto dalle proiezioni dei modelli climatici.

Aggiungo che le previsioni stagionali, che, ricordiamolo, sono solo scenari generici di ciò che può succedere nei mesi a venire, non avevano previsto nulla di tutto ciò. Questo perché sono basate su ciò che è più “normale” in senso statistico, ossia ciò che normalmente succede nei mesi estivi. Purtroppo, invece, il cambiamento climatico procede a ritmo serrato e temo che ci dobbiamo attendere eventi estremi con piogge molto intense e localizzate sempre più spesso durante i mesi estivi.

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