Dagli applausi alle contestazioni: è cambiato tutto in Spagna dopo l’alluvione Valencia. Lì dove fu aumentata la portata del fiume Turia per tutelare la fauna, scoppiano ora le polemiche e proteste. Il re Felipe, arrivato col premier Sanchez e il governatore Mazon, è stato duramente contestato dalla popolazione, che gli ha lanciato fango contro e urlato “assassini“.



Pur non ritenendo che vi sia un nesso di causalità diretta tra l’intervento dell’uomo e la tragedia recente, La Verità segnala i lavori che sono stati effettuati negli ultimi anni, in particolare dal 2000, dopo la direttiva sulle acque 60 (Eu Water Framework Directive).

Sono riportati in un paper pubblicato nel marzo 2019 a cura dell’organizzazione scientifica Wetlands international e dell’associazione Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf), in cui spiegano i “successi ottenuti nell’implementazione della direttiva quadro sulle acque” e le evidenze degli effetti di alcune misure sul miglioramento delle “condizioni ecologiche“.



ALLUVIONE VALENCIA, POLEMICHE SU INTERVENTI GREEN

Tra i 5 fiumi per i quali ci sono stati interventi c’è il Turia, sottoposto a “ripristino morfologico” e “miglioramento della governance“. In particolare, è finita nel mirino la diga Benageber degli anni ’50, accusata di aver “significativamente alterato il regime idrogeologico a valle del fiume Turia“. Quindi, ha messo a rischio la fauna del fiume, riducendone la portata e facendo salire la temperatura dell’acqua.

Pertanto, è stata aumentata la portata di 1,2 metri cubi. L’accusa di Fabio Dragoni su La Verità è che non ci sia preoccupati della sicurezza di Valencia, anzi questi interventi sono diventati un modello, tanto che la Spagna solo nel 2021 ha rimosso 133 dighe, tra cui quella sul fiume Turia.



RE E PREMIER CONTESTATI A VALENCIA

Mentre continua a crescere il bilancio dei morti dell’alluvione Valencia, sale anche la tensione, infatti durante la visita di re Felipe con la regina Letizia, il premier Pedro Sanchez e il governatore regionale Carlos Mazon, ci sono state dure contestazioni. Infatti, centinaia di persone hanno espresso tutta la loro rabbia, urlando “assassini” e lanciando anche fango raccolto dalle strade. La guardia civile ha faticato a tenerli a distanza, la rabbia però non ha risparmiato le autorità spagnole, che si sono riparate sotto gli ombrelli.

Sono intervenute anche le squadre a cavallo per ristabilire l’ordine, mentre re Felipe provava a parlare con alcuni contestatori. Secondo quanto riportato da El Pais, le critiche più accese sono state rivolte al premier, che ieri aveva annunciato l’invio di migliaia di militari per i soccorsi. Una decisione ritenuta non tempestiva. Critiche anche al governatore per aver diffuso l’allarme solo in serata, quando ormai il peggio si era verificato.