Gli Alpini hanno annunciato alcune querele per diffamazione a seguito dello scandalo mediatico scoppiato nel mese di maggio, a seguito dell’adunata nazionale andata in scena a Rimini, durante la quale numerose donne e ragazze hanno denunciato in televisione e via social di avere subito molestie da parte delle Penne Nere. Affermazioni che non sono andate giù all’Associazione Nazionale Alpini, meglio nota con l’acronimo di ANA, che ha querelato quattro persone per aver offeso l’intera categoria, rappresentando gli alpini come ubriaconi e molestatori. Si tratta, nel dettaglio, di un politico, di un giornalista e di altri due soggetti.
“Il Resto del Carlino” ha spiegato che, stando a quanto reso noto da ANA, “a due individui il provvedimento è già stato notificato, agli altri arriverà a giorni. Siamo solo all’inizio“. Ricordiamo che la Procura di Rimini ha avviato un’indagine e ha visionato i filmati delle telecamere presenti in zona, ma il procuratore capo Elisabetta Melotti ha chiarito che è scattata l’archiviazione “per l’impossibilità di identificare i molestatori”.
ALPINI MOLESTATORI? PARTONO LE QUERELE DELL’ANA: “GRANDE AMAREZZA, COMPORTAMENTI SONO ANCORA TUTTI DA ACCERTARE”
Stando a ciò che si legge sulle colonne de “Il Giornale”, gli avvocati degli Alpini adesso starebbero anche vagliando la posizione dell’associazione femminista “Non una di meno”, la prima a segnalare online le presunte molestie in landa riminese. Come riferito dal quotidiano, “il collettivo aveva anche annunciato la presenza di un dossier con oltre 170 segnalazioni, fra le quali quella di una ragazza che in un’intervista aveva raccontato di frasi oscene, di violenze fisiche e verbali, senza però arrivare a una denuncia formale perché ‘gli amici che si trovavano con me quel giorno non erano molto propensi a testimoniare'”.
Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, ha commentato: “Resta una grande amarezza per la vicenda. Avevamo invitato tutti alla prudenza dopo le prime segnalazioni di presunte molestie a Rimini. Purtroppo c’è chi ha generalizzato offendendo e condannando l’intero corpo degli Alpini per i comportamenti di alcuni. Comportamenti che, va sottolineato, sono tutti ancora da accertare”.