“La neve l’ha sempre fatta”, dicono i vecchi in Abruzzo. La neve quella romantica, che rende l’atmosfera delle feste di Natale un incanto. Ma anche la neve che seppellisce interi paesi, fa saltare l’energia elettrica, rende la vita quotidiana più impervia. Nel paese dove mi sono trasferito a vivere, cento anime sul Gran Sasso versante teramano, in questi giorni abbiamo attivato i gruppi elettrogeni per avere energia elettrica. Perché la neve l’ha sempre fatta e quindi ci si munisce di tutto quello che serve per l’emergenza.
Quando l’ondata di maltempo arriva da est, si sa, non ci sono ostacoli che dal Mare Adriatico bloccano freddo e neve prima di giungere sulla vetta del Gran Sasso d’Italia, la vetta più alta degli Appennini. E le previsioni meteo, gli allarmi della Protezione civile avevano annunciato il peggioramento della situazione.
E probabilmente lo sapevano anche i due alpinisti originari di Santarcangelo di Romagna, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, che risultano dispersi nel Vallone dell’Inferno da domenica 22 dicembre. Quando sono arrivati a Campo lmperatore, il 22 dicembre si capiva che sarebbe stato azzardato avventurarsi oltre vista la situazione in essere e quella prevista tendente a un forte peggioramento. A volte l’esperienza non è sufficiente.
Dispersi da quattro giorni e con il passare del tempo le speranze di ritrovarli in vita si affievoliscono. Soprattutto dopo che ieri, nel primo pomeriggio, il coordinamento dei soccorsi sul Gran Sasso ha deciso di interrompere, a causa del forte vento, l’intervento dell’elicottero che era stato programmato proprio per oggi in virtù di previsioni meteo più favorevoli ai soccorsi. Sono state spente anche le prime speranze dopo che i soccorritori avevano raggiunto il punto da dove era partito il primo allarme, quei messaggi che segnalavano le difficoltà e l’impossibilità di fare ritorno a Campo Imperatore. È stata una pattuglia della Guardia di Finanza a raggiungere il Vallone dell’Inferno, luogo dell’ultimo sos dei due alpinisti romagnoli dispersi da domenica. Ma dei due nessuna traccia.
La speranza rimane sempre accesa, soprattutto nel cuore dei genitori dei due alpinisti che hanno trascorso il giorno di Natale al campo base di Assergi, alla partenza di quella funivia che a casa del forte vento funziona poche ore al giorno e complica il lavoro dei soccorritori. Questi ultimi hanno sacrificato di trascorrere il Natale con i loro cari, tentando di ritrovare, e magari salvare, i due alpinisti, mettendo a loro volta a repentaglio la vita, attraversando bufere di neve, in mezzo al vento forte e con il rischio di valanghe.
Perazzini e Gualdi hanno esperienza e potrebbero essersi inventati un riparo tra roccia, neve e ghiaccio che potrebbe averli tenuti in vita. Ma notte dopo notte è sempre più difficile crederci.
La montagna è passione, ma è lei – la montagna – a lasciarsi salire, a dettare i tempi e le condizioni. Rimane il dolore per due persone di cui non si hanno notizie, per cui si versano lacrime già oggi, senza certezze ma con tante speranze. Il tempo sembra volgere al meglio e oggi potrebbe essere festeggiato un nuovo Natale.
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