È ancora giallo sulle responsabilità dietro la strage di Altavilla Milicia (Palermo) costata la vita alla 42enne Antonella Salamone e ai due figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni. Il marito e padre delle vittime, Giovanni Barreca, indagato per il triplice omicidio con la figlia 17enne e una coppia di presunti “ispiratori del massacro”, Sabrina Fina e Massimo Carandente, punta il dito contro questi ultimi sostenendo di essere stato “imbambolato”, convinto che la sua famiglia fosse posseduta dal demonio e per questo fosse necessario sottoporre moglie e figli ad atroci riti di purificazione culminati nella loro morte.
Ancora oggi, da quell’11 febbraio in cui Barreca chiamò i carabinieri per confessare di aver sterminato la famiglia, non si sa chi ha fatto cosa. Non è chiaro chi abbia agito materialmente le violenze inaudite sulle vittime, torture che avrebbero compreso bruciature con un phon, colpi con un attizzatoio e l’incaprettamento con catene arrugginite. Tra gli indagati è rimpallo di accuse. Antonella Salamone sarebbe stata seviziata prima dei suoi due figli maschi, infine assassinata, bruciata e seppellita sotto un cumulo di terra all’esterno dell’abitazione. La figlia 17enne di Barreca, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe preso parte alle sevizie e sarebbe rimasta per ore in casa, chiusa in camera, con i cadaveri dei fratelli martoriati in un’altra stanza.
Giovanni Barreca, la sua versione sulla strage di Altavilla
“Non ero in me, la loro è stata una lunga opera di convincimento“: così Giovanni Barreca, nel nuovo racconto fornito agli inquirenti dopo l’arresto per la strage di Altavilla Milicia, punta il dito contro la coppia palermitana di “fratelli di Dio“, Sabrina Fina e Massimo Carandente, coindagati nell’inchiesta sul massacro avvenuto poche settimane fa nella villetta della famiglia. I due sono finiti sotto la lente investigativa attraverso il racconto dell’uomo e della figlia 17enne che, in sede di interrogatorio, avrebbero raccontato che la coppia avrebbe partecipato attivamente alla mattanza al culmine di una settimana di riti di purificazione ed esorcismi per liberare la famiglia dai demoni.
Giovanni Barreca ripeterebbe ossessivamente che il diavolo si era impossessato dei suoi cari e che era necessario liberarli. Il suo avvocato, Giancarlo Barracato, ha dichiarato quanto segue ai microfoni della Tgr Sicilia: “Dalle immagini che gli sono affiorate, da qualche giorno, emerge l’insistenza dei due (Sabrina Fina e Massimo Carandente, ndr) nei confronti di tutta la famiglia. Non riconduce questi atti di violenza a se stesso, non li ha posti in essere lui. Era in una situazione particolare, non capiva quello che succedeva sostanzialmente. Era imbambolato, l’ha detto più volte. La figlia veniva in qualche maniera coinvolta da parte dei due, era sempre con loro, accanto a loro, veniva abbracciata da Massimo e Sabrina. Giovanni Barreca è convinto che il figlio piccolo e la mamma sono in Paradiso. Di Kevin non parla“.