“ALTERNATIVA PER L’ITALIA”, IL NUOVO PARTITO DI ADINOLFI E DI STEFANO
Prima i rumors, poi la conferma dei diretti alleati: Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, con l’ex CasaPound Simone Di Stefano (oggi Presidente di Exit) hanno fondato una nuova federazione politica dal nome “Alternativa per l’Italia” con l’obiettivo di rendersi “alternativi” all’attuale maggioranza pro-Draghi. Sul canale social “ClubHouse” i due leader politici hanno annunciato quanto stava da giorni circolando in rete da ambienti vicini al Popolo della Famiglia: «E’ una federazione aperta, senza pregiudizi, che con dialogo e pazienza vuole unire tutta l’area alternativa all’attuale governo tecnico, per evitare un altro quinquennio con Draghi a Palazzo Chigi», spiega Di Stefano dopo l’incontro negli scorsi giorni con l’ex direttore de “La Croce” ed ex candidato alla Segreteria Pd.
«Ho incontrato Mario Adinolfi, determinato e coraggioso, che viene processato quasi quotidianamente nei salotti buoni degli illuminati globalisti, ci siamo ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda e oggi partiamo insieme con la federazione», ha poi aggiunto il Presidente di Exit, già leader della lista neo-fascista “CasaPound”. Sempre in collegamento social, è intervenuto anche il fondatore del Popolo della Famiglia: «Ho ricevuto dall’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia il mandato a costruire l’area vasta dell’opposizione al governo Draghi, Alternativa per l’Italia è il primo passo verso questo obiettivo. Simone ed io, come capi dei rispettivi movimenti politici, abbiamo raccolto già alle elezioni del 2018 ben 535mila voti». Secondo Adinolfi, la vasta area di opposizione alla maggioranza Draghi «vale venti volte tanto e può andare al governo del Paese. La nostra è una proposta di governo alternativa a quelli che vogliono Draghi fino al 2028 senza neanche candidarlo».
PROGRAMMA E OBIETTIVI DELLA FEDERAZIONE PDF-EX CASAPOUND
«Più carbone (non erano quelli della transizione ecologica?), riscaldamenti razionati, lampioni spenti e strade buie, salari più bassi d’Europa aggrediti da un’inflazione all’8%. In compenso subito quarta dose vax. Poi mi chiedono perché lavoriamo a un’Alternativa per l’Italia»: ha scritto così oggi su Twitter Mario Adinolfi, facendo riferimento ai piani allo studio del Governo per contrapporre l’eventuale chiusura dei gasdotti russi verso Ue e Italia. Tornando al progetto di “Alternativa per l’Italia”, è lo stesso giornalista cattolico a ribadire come «Sia io che Simone siamo stati ‘mostrificati’, dai media e anche per la grave colpa di aver abbandonato le comunità politiche di riferimento, io il Pd e Di Stefano CasaPound. Nell’Italia dei trasformisti che cambiano sette casacche in una legislatura per salvarsi la poltrona, noi che abbiamo dimostrato sempre e solo attaccamento a valori precisi e per quelli abbiamo fatto politica, siamo stati assaltati con la furia che colpisce gli apostati nelle sette».
Una recente ricerca di BiDiMedia riconoscere alla federazione-partito APLI un consenso attorno all’1,9% attuale e con potenziale 4,8% futuro: maggiore consenso, spiegano i sondaggi BiDiMedia, «tra i lavoratori autonomi, nella fascia d’età tra i 35 e i 55 anni, con una prevalenza di laureati nell’elettorato». Nel presentare il programma ancora “acerbo” di Alternativa per l’Italia, Mario Adinolfi su “ClubHouse” rileva come la federazione nata oggi «nasce nel giorno in cui si ricorda San Benedetto e il suo ora et labora. Preghiera (per chi crede) e lavoro, cultura e radici profonde, sono l’alternativa al dominio dei tecnocrati che cancellano la democrazia. San Benedetto è patrono d’Europa e si rivolta nella tomba se guarda l’Ue di oggi, dominio di banchieri e burocrati, mortiferi corifei delle culture più bieche a partire da quella abortista. La nostra federazione aperta offrirà agli italiani un’alternativa di governo possibile e questa alternativa democratica arriverà dai ‘mostri’ Adinolfi e Di Stefano». Per la cancellazione della Legge 194 sull’aborto («Abortire equivale ad assoldare un sicario per uccidere qualcuno», spiegava Adinolfi nella recente intervista a “TPI”) ma anche contro il divorzio, come aggiunge Di Stefano, «Proprio perché ho una mia esperienza di vita posso dirlo: l’Italia senza il divorzio era più bella e più sana di questa».