In Kosovo il rischio di un nuovo conflitto con la Serbia è elevato. Una testimonianza che giunge direttamente dal premier kosovaro Albin Kurti, 47enne leader dei socialdemocratici, il quale su “La Repubblica” ha evidenziato: “Il pericolo non voglio dire che è altissimo, anche perché qui abbiamo il contingente Nato, ma sicuramente alto. Prima dell’invasione dell’Ucraina le possibilità erano poche, ora la situazione è cambiata. Il primo episodio, conseguenza dell’idea fascista di panslavismo che il Cremlino ha, è stato l’Ucraina. Se avremo un secondo episodio, ad esempio in Transnistria, allora le probabilità che una terza guerra si sviluppi nei Balcani occidentali, e in Kosovo in particolare, saranno altissime”.
Kurti ha focalizzato poi la propria attenzione sul ruolo che la Russia rivestirebbe dietro le quinte, “pilotando” la Serbia; infatti, egli ha evidenziato che il 25 novembre scorso il premier serbo Vucic era a Sochi per il diciannovesimo incontro con Putin in dieci anni, per una media di due incontri all’anno. E, ancora: “Nel settembre 2021 nell’ottica della reciprocità ho deciso di introdurre targhe temporanee per i serbi che entrano in Kosovo, loro hanno risposto facendo volare i Mig29 lungo il confine, dove si è precipitato l’ambasciatore russo e il ministro della difesa serbo. Aggiungo: il Centro umanitario Russia-Serbia costruito nel 2012 si trova ad appena 160 chilometri di distanza dallo studio in cui io e lei stiamo parlando. E 151 membri del Parlamento serbo su 250 fanno parte del gruppo di amicizia con la Russia”.
KOSOVO, ALTO RISCHIO GUERRA CON LA SERBIA. IL PREMIER: “104 ESERCITAZIONI MILITARI IN UN ANNO”
Albin Kurti, nel prosieguo della sua intervista su “La Repubblica”, ha chiarito che la Serbia ha pianificato dodici mesi fa 91 esercitazioni militari congiunte e ne ha fatte 104. Le due più importanti si chiamano Scudo Slavo e Fratellanza Slava. Inoltre, dall’agosto del 2001 la Serbia ha installato attorno al Kosovo 48 basi operative avanzate, 28 dell’esercito e 20 della gendarmeria e “i veterani serbi sono diventati tutti pro-Russia. Come dire: il pericolo c’è e lo avvertiamo. Nella terza settimana di agosto ci sarà un incontro a Bruxelles tra noi e i serbi su aspetti generali delle relazioni Kosovo-Serbia, spero che contribuisca a ridurre la tensione”.
Intanto, in strada, domenica, c’erano degli uomini incappucciati: “Il procuratore sta visionando i filmati pubblicati sui social. Era gente a libro paga di Belgrado, che lavora nelle strutture illegali nel Nord del Kosovo. Alcuni erano proprio criminali, dallo scorso anno finiti sulla lista nera del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Mi riferisco a Radoicic e Veselinovic. Quel metodo era usato dai serbi già nei primi anni Novanta durante la disgregazione della Jugoslavia. Ma il Kosovo oggi è un Paese democratico, possono fare molto poco. Sono frustrati perché la nostra economia, nonostante non ci riconoscano come Stato, sta fiorendo”.