La questione dei giovani in età scolare che nutre dubbi sulla propria sessualità e che è intenzionato a cambiare sesso è attuale in tutto il mondo. Si fa dunque sempre più sentire la necessità di regolamentare queste casistiche anche a livello scolastico. È quanto sta accadendo in Gran Bretagna, dove, come apprendiamo dal the Guardian, il Dipartimento per l’Istruzione ha pubblicato la sua tanto attesa bozza di linee guida per le scuole e le università sugli alunni che mettono in discussione il loro genere.
La bozza di linee guida emessa dal segretario all’istruzione, Gillian Keegan, e dal ministro delle pari opportunità, Kemi Badenoch, avverte che non esiste “alcun dovere generale” per le scuole e i college di consentire agli studenti di cambiare i loro nomi, pronomi o uniformi preferiti – noto come transizione sociale – e sottolinea che i genitori dovrebbero essere coinvolti in qualsiasi decisione, tranne quando ciò metterebbe in pericolo il bambino.
COSA INDICANO LE LINEE GUIDA SULLA TRANSIZIONE DEGLI STUDENTI
La guida richiede alle scuole di mantenere servizi igienici e spogliatoi separati per ogni sesso dopo gli otto anni, consente al personale e agli studenti di ignorare i pronomi preferiti dai bambini in transizione sociale e che le attività sportive e di educazione fisica siano segregate per sesso se ci sono problemi di sicurezza. Inoltre, come si legge sempre nel testo della bozza, gli insegnanti dovrebbero considerare se gli studenti che desiderano passare socialmente a un altro genere sono stati “influenzati dai social media o dai coetanei.”
“Le scuole e le università dovrebbero cercare di comprendere i fattori sociali o di altro tipo che possono aver influenzato il bambino, ad esempio: il bambino è stato influenzato dai coetanei o dai social media? Il bambino si sente sotto pressione per identificarsi in modo diverso perché semplicemente non è in linea con gli stereotipi associati al suo sesso?“, afferma la guida.
NECESSARIO PROTEGGERE L’INTERESSE SUPERIORE DEI BAMBINI
Le nuove linee guida, nella loro versione in bozza, non sono state esenti da polemiche. Alcune associazioni hanno però voluto mettere il focus sui bambini che intendono cambiare genere. I capi di tre importanti enti di beneficenza per l’infanzia, quali Barnardo’s, NSPCC e Children’s Society, hanno infatti affermato che il benessere dei singoli bambini dovrebbe essere la considerazione principale della guida: “Comprendiamo che finora non c’è stato alcun impegno con i bambini e i giovani stessi nello sviluppo di questa guida. È fondamentale che le loro voci siano ascoltate durante il periodo di consultazione. Ci impegneremo con il governo per esortarlo a garantire che l’interesse superiore dei bambini e, in particolare, quello dei singoli bambini che mettono in discussione la loro identità di genere, siano protetti dalla versione finale di questa guida.”
Sul versante opposto chi ritiene che queste linee guida siano pericolose e impraticabili. In particolare Stonewall, l’ente di beneficenza LBGT+, ha affermato: “Non solo è legalmente impraticabile e contrario alla legge sull’uguaglianza esistente e alle linee guida del governo sulla salvaguardia, ma è attivamente pericoloso. Se attuato, porterebbe inevitabilmente a danni reali causati ai bambini e ai giovani trans in tutta l’Inghilterra“.