La tecnologia sta entrando prepotentemente a far parte anche della scuola. Non solo intelligenza artificiale. Ora anche i robot andranno a sostituirsi agli alunni. L’iniziativa è stata adottata in Giappone, e le ragioni sottese sarebbero da ricercare nella sempre maggiore diffusione di stati di ansia e disagio psicologico diffuso tra bambini e adolescenti. Il ricorso a queste ‘macchine’ permetterebbe secondo i ricercatori un approccio più dolce al mondo della didattica e all’inserimento in classe.



La Ragione riporta infatti un intensificarsi del fenomeno dei ‘futoko’, cioè quei bambini e ragazzi che rifiutano la scuola proprio a causa dei citati stati d’animo. Come apprendiamo, in particolare a Kumamoto, il tasso di abbandono scolastico è raddoppiato negli ultimi quattro anni, rendendo urgente l’esplorazione di soluzioni alternative per fronteggiare la problematica. A differenza delle piattaforme online di didattica a distanza, i robot sarebbero in grado di offrire una maggiore capacità di ingaggio. Con l’uso di androidi, la scuola intende così implementare un modello di “gamificazione” educativa, facilitando un rientro “morbido” degli studenti tra i loro coetanei.



ROBOT E TELEPRESENZA: UN MODO INNOVATIVO DI RIPENSARE LA SCUOLA

Legati al ricorso e all’efficienza dei robot ci sarebbero studi scientifici che ne dimostrerebbero i benefici in termini di apprendimento. Gli alunni che si farebbero sostituire da questi androidi ne potrebbero trarre miglioramenti quindi anche a livello didattico. Questi robot, soprannominati ‘Classroomba’, sono alti circa un metro e manovrati da tablet, consentendo agli studenti di interagire con l’aula in tempo reale. Entreranno in funzione a partire da novembre, dando alla luce una scuola per procura cibernetica.



I robot tra l’altro saranno in grado di affidare compiti a gruppi ristretti di alunni e scadenzarne lo svolgimento, stimolare l’interazione ma soprattutto aiutare persone con specifiche necessità attraverso percorsi personalizzati. Le modalità ricalcano la ‘telepresenza’ già utilizzate anche negli Stati Uniti durante la pandemia, specialmente per gli studenti con disabilità. In definitiva l’adozione di robot in classe non è da considerare solo una risposta ad una situazione di crisi, ma rappresenta una visione di un futuro più inclusivo e personalizzato nel campo dell’istruzione.