Alvin Berisha è arrivato in Italia, accolto a Roma dal padre e dalle sorelle. Il bimbo dell’Isis, 11 anni, è finalmente a casa dopo anni vissuti in Siria con la madre. Grande emozione a Fiumicino, con Alvin pronto a tornare alla vita che aveva lasciato un lustro fa. Il piccolo parla solo arabo, qualche parola in albanese, e dovrà tornare a studiare l’italiano. Come riporta il Corriere della Sera, Maria Josè Falcicchia (Scip) ha sottolineato: «Al confine tra Siria e Libano è bastato chiedergli: “Batti il 5!” per rompere il muro di diffidenza iniziale. Non sono state necessarie tante parole, non è stato difficile stabilire un contatto. Non volevamo essere invadenti, abbiamo pian piano recuperato la sua fiducia negli altri». La prima richiesta? Pollo con patatine, con Alvin che ha ricevuto anche i primi regali: i Lego e libri per ragazzi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ALVIN E’ IN ITALIA: ACCOLTO DA PADRE E SORELLE
E’ finalmente rientrato in Italia Alvin Berisha. Il bambino di 11 anni originario dell’Albania era stato portato via dl Belpaese nel dicembre 2014 dalla mamma, dopo che la stessa si era unita all’Isis. Una vicenda di cui si erano occupati diversi media, a cominciare da Le Iene, e che dopo numerose peripezie si è conclusa in maniera decisamente lieta. Alvin è stato trasferito tramite un volo di linea dell’Alitalia (l’AZ 827), e alle ore di 7:00 di oggi, venerdì 8 novembre, è giunto presso l’aeroporto di Roma Fiumicino direttamente da Beirut, dove si trovava da ieri dopo l’arrivo dalla Siria. Come riferisce l’edizione online di TgCom24, il piccolo di 11 anni è apparso sereno, tranquillo e sorridente, e vestito con un giubbetto blu, un cappellino rosso e dei jeans. Il bimbo è stato accolto dal papà e dalle due sorelle, e a breve la polizia completerà i vari incartamenti burocratici, procedendo poi con l’affidamento del minore. La mamma, a quanto si è appreso, sarebbe morta in Siria durante un’esplosione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALVIN A BEIRUT IN ATTESA DEL RIENTRO IN ITALIA
Il piccolo Alvin è finalmente libero e sta per rientrare in Italia. La conferma arriva dal portale Le Iene, il programma che nelle passate settimane ha acceso nuovamente i riflettori sul caso. Al momento si trova al sicuro nell’ambasciata italiana a Beirut dove lo ha raggiunto anche l’inviato Luigi Pelazza. Il piccolo di origini albanesi era stato rapito dalla madre e portato in Siria nei territori dell’Isis. Alvin Berisha è stato prima condotto nella sede della Mezzaluna Rossa di Damasco, poi è giunto a Beirut, dove gli è stato dato il visto d’ingresso per l’Italia entrando nella nostra ambasciata. Al momento sta per rientrare nel nostro Paese. Importante, in tal senso, la collaborazione delle forze di polizia e del governo italiano e albanese ma anche della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il premier albanese Edi Rama è stato tra i primi oggi a commentare la notizia della liberazione del piccolo Alvin con estrema felicità, commentando su Facebook la notizia. “Dopo una settimana nel confine siriano, insieme ad una nostra squadra speciale di polizia e in stretta collaborazione con i partner italiani, il nostro ministro degli interni sta accompagnando in questo momento Alvin all’ambasciata italiana di Beirut, dove il piccolo riceverà tutta la documentazione necessaria per viaggiare verso Roma da suo padre”, aveva fatto sapere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ALVIN TORNA IN ITALIA
Sta per concludersi nel migliore dei modi la terribile vicenda di Alvin, il bimbo di 11 anni che dall’età di 5 è stato rapito dalla mamma Valbona Berisha scappata in Siria da Barzago (Lecco) per arruolarsi nell’Isis: nelle scorse settimane le Iene con un bel servizio di Luigi Pelazza avevano permesso il “riaccendersi” a livello mediatico della vicenda che però sottotraccia era già in ottime evoluzioni per una decisiva sinergia di coordinamento tra il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, la Farnesina e la Presidenza del Consiglio. Alvin tornerà in Italia dal suo papà dopo averlo già abbracciato nel campo di prigionia di Al Hol in Siria dove è rinchiuso da quando la mamma è morta in un’esplosione (anche se la conferma piena ancora non c’è, ndr). Tramite le Iene papà Afrimm è riuscito a riabbracciare quel piccolo figlio che non vedeva dal lontano 17 dicembre 2014, ovvero quando la moglie sparì letteralmente nel nulla dalla Brianza salvo poi sapere che si era arruolata nello Stato Islamico portandosi dietro quel piccolo terzogenito, all’epoca solo 5enne. Come ben spiega l’Ansa, le ricerche di Alvin sono durate anni con in carica il giudice Guido Salvini nell’ambito del procedimento a carico di mamma Valbona per terrorismo internazionale, sequestro di persona e sottrazione di minori.
DALL’ISIS AL RITORNO IN ITALIA
Falsi annunci, speranze spezzate, piste non del tutto sicure e rischi di ricevere ogni giorno la notizia della sua morte o peggio del suo arruolamento tra le giovanissime “leve” del terrore con l’Isis, la vicenda di Alvin Berisha è arrivata fino a questi ultimi giorni, quando le ricerche a livello internazionale hanno portato a localizzare il bambino nel campo profughi di Al Hol sotto il controllo dei curdi. Lì vivono oltre 70.000 persone, in prevalenza compagne e figli di combattenti jihadisti in prigione, tra quelle che rappresentano ad oggi uno dei maggiori pericoli per l’Occidente dato che con l’avanzata delle truppe di Erdogan il campo gestito dal Kurdistan siriano potrebbe ’esplodere’ con il ritorno in libertà di famiglie e prigionieri dell’Isis. Alvin però in tutta questa storia non c’entra assolutamente nulla, è una vittima costante di una follia ideologica terroristica che per oltre 4 anni gli ha rovinato l’esistenza; ora però lo Scip e i Ros hanno acquisito l’informazione che Valbona risulta deceduta in Siria durante un combattimento e che Alvin viveva nella cosiddetta “area degli orfani” di Al Hol. Per questo motivo la “stretta”, prima con l’incontro col padre direttamente in Siria e ora il ritorno in Italia: tramite l’aiuto della Croce Rossa, unica ad operare nel campo di Al Hol, Alvin è stato trasportato prima in un campo profughi a Damasco e poi fino al confine della Siria con il Libano. Come spiega Tg Com24, «Al confine è stato preso in carico da un dirigente della polizia che, insieme alla Cri, al Ros e a una delegazione del governo albanese, l’ha portato, fino all’ambasciata italiana a Beirut dove partirà alla volta dell’Italia».