Sui focolai Covid rivelatisi fatali di Alzano e Nembro, in provincia di Bergamo, la Procura sta conducendo un’indagine tesa a ricostruire la verità e gli accadimenti di quei giorni. A tale argomento ha dedicato un approfondito servizio il programma di Rai Uno Tv7, denominato “Verità nascoste” e realizzato da Stefania Battistini. In esso si dice che il primo tampone positivo a Bergamo è stato registrato il 22 febbraio presso l’ospedale papa Giovanni e non il 23 febbraio ad Alzano, come l’opinione pubblica sapeva. Lo ha certificato il nosocomio orobica alla Procura di Bergamo. La storia del cluster più mortale d’Europa va dunque riscritta?



Aldo Porcellana fu il primo paziente a risultare positivo al Coronavirus nella Bergamasca: “Sono io il primo infetto certificato e il pronto soccorso, quel giorno, era già primo”. La dottoressa che prese incarico Porcellana disse ai familiari di quest’ultimo che l’avrebbero trattato come cavia Covid, trattandosi del primo degente malato di Covid. I suoi cari, invece, furono rispediti a casa, senza neppure sottoporli a un tampone.



ALZANO E NEMBRO: MORTI COVID POTEVANO ESSERE EVITATI?

Secondo quanto ricostruito da Tv7, quando emersero i due casi positivi ad Alzano l’Ats Bergamo non lo comunicò all’esterno, presumibilmente per non creare panico, ma, forse, contribuendo a dare il via libera alla pandemia. Danilo Cereda, uomo della Regione Lombardia deputato alle comunicazioni con Roma, aveva annunciato la presenza dei due primi positivi di Alzano via mail, ma in ospedale la notizia è giunta solo 3 ore dopo, mediante un fax inviato dal laboratorio di Pavia, comportando un ritardo nella chiusura della struttura nosocomiale e infettando potenzialmente altre persone. Niccolò Carretta, consigliere d’opposizione in Regione, ha scoperto che “nel periodo gennaio-dicembre 2019 si è verificato un aumento del 30% delle polmoniti sospette, passate da 196 a 256, con un incremento di 40 casi solo nell’ultimo mese. Perché nessuno ha drizzato le antenne e si è chiesto cosa stesse succedendo?”. La storia, poi, è tristemente nota: i cluster di Alzano e Nembro degenerano, Fontana e Conte si rimpallano le responsabilità della mancata chiusura e Bergamo viene soffocata dal virus. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ha commentato: “Quando tornai da Wuhan, dissi che la situazione poteva davvero degenerare e che, nel caso sarebbe stato uno sfacelo. Qualcuno, però, mi disse di non portare sfiga”.

Leggi anche

SANITÀ & MANOVRA/ "I soldi in più ci sono, ma va anche rifondato il SSN"