Arriva una nuova – e sicuramente importante – svolta nella lotta contro il morbo di Alzheimer, una delle forme più aggressive della demenza che si stima affligga almeno 55 milioni di persone nel mondo e considerata la settima causa di morte a livello mondiale: l’FDA americana (ente regolatore per i prodotti farmaceutici, cosmetici e alimentari), infatti, ha approvato in via definitiva un nuovo farmaco sviluppata dalla casa farmaceutica Eli Lilly e noto – commercialmente – con il nome di Kisunla. Non si tratta (è bene ricordarlo) del primissimo farmaco contro l’Alzheimer approvato negli USA perché un primo via libera era già arrivato già nel 2021 per un composto sviluppato dalla Biogen; mentre lo scorso anno un secondo farmaco – questo prodotto dalla giapponese Eisai – era entrato ufficialmente in commercio.
In tutti e tre i casi – poi arriveremo anche a Eli Lilly e al suo Kisunla – le terapie non ambiscono ad essere delle vere e proprie cure per l’Alzheimer, quando piuttosto a farmaci in grado di ritardarne lo sviluppo migliorando ampiamente la qualità della vita dei pazienti; tardando per esempio il declino cognitivo, la formazione delle placche amiloidi che causano la degradazione del cervello e – soprattutto – il passaggio dalla fase 1 del morbo alle successive.
Cos’è e come funziona Kisunla: il primo farmaco contro l’Alzheimer sviluppato da Eli Lilly
Non a caso il farmaco Kisunla è pensato specificatamente per i casi lievi e precoci dell’Alzheimer e si basa su un anticorpo monoclonale che si è dimostrato efficace in almeno il 35% dei pazienti che hanno partecipato al test clinico dopo solamente 18 mesi dalla somministrazione; mentre dal punto degli effetti collaterali quelli cosiddetti gravi – che includono emorragie ed edemi cerebrali – sono stati rilevati solamente nel 2% dei casi con soli tre pazienti che sono andati incontro al decesso. Il farmaco contro l’Alzheimer di Ely Lilly è pensato per la somministrazione all’interno degli ospedali, con sedute mensili dalla durata di 30 minuti ed effetti che nella maggior parte di casi sono arrivati dopo 18 mesi dalla prima iniezione endovenosa.
Ma come funziona il farmaco? La risposta non è semplice, ma in linea di massima possiamo sintetizzarlo con uno stimolo della risposta immunitaria contro le già citate placche amiloidi protagoniste (e responsabili) del morbo di Alzheimer: secondo gli studi a 18 mesi dalla somministrazione Kisunla è in grado – nel già citato 35% dei casi – di degradare fino all’84% delle placche.