Un comune batterio dello stomaco, presente in almeno due persone su tre, potrebbe aumentare il rischio di soffrire di Alzheimer fino al 24%. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre quattro milioni di persone nel Regno Unito di età pari o superiore a 50 anni, raccolti tra il 1988 e il 2019. Grazie all’analisi hanno scoperto che l’Helicobacter pylori era collegato a un “rischio moderatamente aumentato” di malattia di Alzheimer. H. pylori è un’infezione già diffusa che colpisce lo stomaco. Può causare ulcere, indigestione, gastrite e persino cancro allo stomaco e si ritiene che sia presente in almeno due persone su tre.



Un team di scienziati della McGill University ha scoperto che l’infezione aumentava il rischio di Alzheimer del 24%. Lo studio, pubblicato su “Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association”, ha rilevato un aumento del rischio dell’11%. Sebbene lo studio riguardasse cittadini britannici di età pari o superiore a 50 anni, l’età compresa in tale intervallo e il sesso non hanno avuto alcun effetto sui risultati, secondo gli studiosi.



Alzheimer, che ruolo hanno le infezioni?

Le cause dell’Alzheimer sono molteplici: lo studio si aggiunge a un numero crescente di prove sul potenziale ruolo delle infezioni nell’aumentare il rischio di malattia. Scopo degli studiosi è ora quello di capire “se l’eradicazione di questo batterio potrebbe prevenire efficacemente la malattia di Alzheimer in alcune persone”. Tuttavia, gli esperti non sono stati in grado di dire esattamente come il virus sia collegato all’Alzheimer. Alcuni hanno ipotizzato che i batteri possano viaggiare fino al cervello, provocando infiammazioni e influenzandolo.



La malattia dell’Alzheimer colpisce milioni di persone in tutto il mondo e si prevede che i numeri aumenteranno drasticamente con il cambiamento demografico, secondo il Daily Telegraph. Il dottor Paul Brassard, autore senior dello studio e professore presso il Dipartimento di Medicina della McGill, ha dichiarato: “Dato l’invecchiamento della popolazione globale, si prevede che il numero dei casi di demenza triplicherà nei prossimi 40 anni. Tuttavia, mancano opzioni terapeutiche efficaci per questa malattia. Ci auguriamo che i risultati di questa indagine forniscano informazioni sul potenziale ruolo dell’H. pylori nella demenza, al fine di orientare lo sviluppo di strategie di prevenzione, come programmi di eradicazione individualizzati”.