Come se non bastassero gli strascichi dell’affaire Blanco, Amadeus deve affrontare un’altra grana legata al Festival di Sanremo 2023 e riguarda il consiglio d’amministrazione Rai, che ha mostrato irritazione per non aver saputo nulla della presenza del presidente Mattarella al teatro Ariston, accusando Amadeus e il suo staff, in particolar modo il manager Lucio Presta che ha curato la trattativa col Quirinale, di averli tagliati fuori dalla decisione.



In conferenza stampa, oggi Amadeus ha spiegato l’equivoco: “Quando lo scorso anno ci è venuta l’idea di invitare il presidente, dopo che lui stesso mi aveva chiamato, e abbiamo cominciato a intavolare la trattativa, Giovanni Grasso (il consigliere per la stampa del Quirinale, N.d.A.) ci ha chiesto il massimo segreto anche per questioni di sicurezza. Non abbiamo detto nulla a nessuno, neanche al direttore del prime time Rai, per non compromettere il rapporto col presidente e permettere di realizzare questo che per noi è un sogno”.



Il presentatore è rimasto deluso dalla reazione del CDA: “Anziché arrabbiarsi, bisognerebbe ringraziare chi ha fatto qualcosa che ha portato il programma nella storia, dando forza all’azienda”. Gli fa eco Stefano Coletta, il citato direttore Rai Prime Time: “Sanremo si presta a qualunque strumentalizzazione da sempre e va bene così, ma un atteggiamento del genere ci rende tristi, lavoriamo per il prodotto tv e di quello mi interessa, del suo risultato; non mi sento sminuito da questa sorpresa che ci ha fatto Amadeus, anzi lo ringrazio”.

E al ministro Salvini che ha fatto polemica sull’intero festival, dai cantanti gender fluid alle possibili dichiarazioni di Paola Egonu, fino alla stessa presenza del presidente della repubblica, Amadeus risponde: “Sono quattro anni che Salvini se la prende con Sanremo, per cui a lui dico che se non vuole vedere il festival va bene, spero che sabato sera scelga un bel film da vedere con i suoi ragazzi e siano contenti; però non va bene se chiede ad altri di non parlare, lo abbiamo citato ieri l’articolo 21 della Costituzione e a quello mi rifaccio: il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. Ecco, l’articolo 21 regna sovrano su tutto”.