Amanda Knox è stata recentemente condannata per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba a 3 anni di carcere (già scontati all’epoca della detenzione per il delitto di Perugia, da cui poi è stata definitivamente assolta), secondo l’accusa responsabile di averlo indicato ingiustamente quale autore dell’omicidio di Meredith Kercher pur sapendo che fosse innocente. Poche ore fa, dopo l’intervista rilasciata a Sky Tg24 a margine della sentenza della Corte d’Assise d’appello di Firenze, è tornata in una tv italiana per ribadire la sua versione dei fatti sia relativamente alla morte della coinquilina uccisa nel 2007 sia per quanto riguarda il capo di imputazione che l’ha vista finire nuovamente alla sbarra dopo la denuncia di Lumumba.
Lo ha fatto ai microfoni di Bruno Vespa, nello studio di Cinque minuti, in onda su Rai 1, dove ha rispolverato il suo racconto e ha parlato anche dell’allora fidanzato Raffaele Sollecito, inizialmente incarcerato e, come lei, rimasto in cella per 4 anni. Una parte delle dichiarazioni di Amanda Knox ha riguardato la figura dell’unico condannato per l’uccisione della studentessa inglese che viveva con lei, Rudy Guede, della cui colpevolezza si è sempre detta convinta.
Amanda Knox: “Io e Raffaele Sollecito siamo stati torturati psicologicamente dai poliziotti”
Amanda Knox è tornata quindi in televisione per cercare di neutralizzare quello che, a suo avviso, è un pregiudizio che la perseguita e che non si è mai sopito nell’opinione pubblica nonostante la sua assoluzione definitiva nel processo per il delitto di Perugia: “Io non sono ‘Foxy Knoxy’, sono state descritta come la donna peggiore, sono diventata la più odiata del mondo, ma non ho ucciso Meredith e non ho calunniato Patrick. Io e lui siamo vittime delle stesse persone e degli stessi fatti“.
Secondo l’ex studentessa di Seattle, lei e Raffaele Sollecito sarebbero stati “torturati psicologicamente” dagli inquirenti “fino a pensare che non potevamo credere nemmeno in noi stessi“. Amanda Knox ha dichiarato di sentirsi una “sopravvissuta” insieme all’ex fidanzato dell’epoca, al quale è sempre rimasta vicina nonostante vivano lontani e oggi abbiano due vite completamente diverse. “Lui è una bravissima persona, voleva sempre fare la cosa giusta. Le persone facevano pressione su di lui perché mi gettasse nella spazzatura, ma lui ha fatto la cosa giusta. Ha detto la verità da sempre, come me: ho detto la verità da sempre, ho avuto ragione da sempre e sono innocente“. Oggi Amanda Knox si occupa di ingiuste detenzioni e c’è un caso, in particolare, che sente affine alla sua vicenda ed è quello di Chico Forti: “È una storia tragica che è successa anche nel mio Paese. Ora è tornato in Italia e spero che riuscirà a uscire“.