L’avvocato Carlo Dalla Vedova, che insieme al collega Luciano Ghirga ha difeso Amanda Knox, ha commentato la decisione della Corte di Strasburgo di rigettare la richiesta del governo italiano di pronunciarsi di nuovo sul caso. «Dai processi è emerso che l’Italia ha causato un danno morale ad Amanda Knox e ora la dovrà risarcire con 10 mila e 400 euro», ha dichiarato all’Ansa. Il legale ha spiegato che la violazione del diritto di difesa di Amanda Knox è avvenuta «quando è stata interrogata dalla polizia non è stata avvertita di essere indagata» e inoltre «non le è stato messo a disposizione un avvocato e nemmeno un interprete». L’episodio risale a quando Amanda Knox, poi definitivamente assolta per l’omicidio di Meredith Kercher compiuto a Perugia, venne sentita per circa 54 ore dal 2 alla notte tra il 5 e il 6 novembre 2007 prima di essere arrestata. «Se fosse stata avvertita subito e le fosse stato fornito un difensore le cose sarebbero andate diversamente», ha concluso l’avvocato Carlo Della Vedova. (agg. di Silvana Palazzo)



AMANDA KNOX, CONDANNA DEFINITIVA ALL’ITALIA

La condanna all’Italia per aver violato la difesa di Amanda Knox è definitiva. La Corte di Strasburgo ha rigettato la richiesta del governo italiano di pronunciarsi di nuovo sul caso della giovane donna statunitense assolta per l’omicidio di Meredith Kercher. Il caso non è stato dunque inviato in Grande Camera, quindi la condanna all’Italia è definitiva. Nella sentenza del 24 gennaio scorso, la Corte di Strasburgo aveva riconosciuto l’Italia colpevole di aver violato il diritto alla difesa di Amanda Knox nell’indagine sul delitto di Perugia, avvenuto la sera del primo novembre del 2007. La stessa Corte aveva deciso di chiedere allo Stato italiano di risarcire l’ex imputata per i danni subiti con il versamento di un indennizzo di 10mila e 400 euro, a fronte dei 500mila richiesti dalla parte in causa. Invece non è stato ritenuto che ci fossero prove dei maltrattamenti che Amanda Knox aveva denunciato di aver subito durante l’interrogatorio in Questura la notte del 6 novembre che finì con il suo fermo, insieme a quelli di Raffaele Sollecito, anche lui assolto, Patrick Lubumba, prosciolto nelle fasi iniziali dell’inchiesta che ha portato alla condanna a 16 anni di Rudy Guede.



DIFESA VIOLATA: DOVRÀ ESSERE RISARCITA

Il governo italiano voleva che la Corte per i diritti umani di Strasburgo tornasse a pronunciarsi sul caso di Amanda Knox. Per questo aveva chiesto un rinvio del procedimento davanti alla Grande Camera, la più alta istanza di questo tribunale internazionale. Ma oggi la Corte di Strasburgo ha rigettato la richiesta. Nei giorni scorsi comunque Amanda Knox è tornata in Italia per testimoniare la sua esperienza e la sua innocenza in occasione del Festival della giustizia penale. Durante il suo intervento a Modena si è soffermata su alcune figure che l’hanno accompagnata negli anni dell’inchiesta. A partire dal pm Giuliano Mignini, il magistrato che ha coordinato le indagini. «Vorrei avere un faccia a faccia con lui. Quando avevo vent’anni per me quel pm era solo un mostro con l’obiettivo di distruggere la mia vita. Quell’immagine era sbagliata e me ne sono resa conto grazie ai media». Ora Amanda Knox vorrebbe incontrarlo perché «possa capire che non sono un mostro, ma semplicemente Amanda».

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