Accolta come una star, dozzine di paparazzi e telecamere, Amanda Knox è arrivata in in Italia per la prima volta dopo la sua assoluzione definitiva nel 2015. Prenderà parte al Festival della Giustizia penale di Modena, dove parteciperà a una tavola rotonda sul tema dei processi mediatici. Secondo Andrea Biavardi, direttore del settimanale Giallo, ci sono molte cose che stridono e infastidiscono su questo tema. Innanzitutto il titolo dato all’evento: “Festival della Giustizia penale sembra suggerire quella che è giustizia spettacolo, la parola festival andrà bene per il festival di Sanremo ma non per un tema come questo, ed ecco che si invita un personaggio mediatico come Amanda Knox”.



Secondo i legali di di Meredith Kercher, la vittima dell’omicidio di cui fu accusata proprio la Knox, si tratta di un invito “inopportuno”: “È sicuramente comprensibile che abbiano detto così – commenta Biavardi – perché tutto quello che è spettacolarizzazione davanti a un evento tragico e luttuoso non è dignitoso nei confronti dei familiari della vittima”.



Amanda Knox prenderà parte a una discussione sui processi mediatici, di cui in questi anni si è dichiarata vittima con il supporto dei media americani che hanno accusato i nostri media di aver influito sui verdetti. È proprio così? Secondo Biavardi “se l’effetto mediatico condizionasse le sentenze non avremo il caso Alberto Stasi, definito il biondino dagli occhi di ghiaccio, l’uso per centinaia di volte delle registrazioni della sua telefonata ai carabinieri, insomma il perfetto assassino. Stasi viene però assolto in primo e secondo grado, la Cassazione lo rimanda a un appello bis e viene condannato. Mi sembra che la giustizia mediatica non abbia avuto effetto, no?”.



Casi analoghi sono purtroppo molti in Italia: “Prendiamo il caso Marco Vannini: qualcuno gli spara, qualcuno non chiama i soccorsi, sicuramente erano tutti presenti. Monta un caso mediatico enorme e in primo grado la condanna è a 15 anni, poi ridotta in secondo grado a 5. Insomma io voglio ancora credere che i giudici italiani siano abbastanza impermeabili, altrimenti avremmo effetti diversi”. 

AMANDA KNOX E I PROCESSI MEDIATICI

Biavardi cita anche il caso Massimo Bossetti: “In aula la difesa ha fatto certe cose, mediaticamente ne ha fatte altre, montando un altro caso mediatico gigantesco. Risultato: tre ergastoli. Evidentemente la giustizia spettacolo ha solo l’effetto di aumentare l’audience, non di influire sui giudici”. C’è però qualcosa di particolare, ad esempio i programmi tv su queste vicende: “I programmi tv trattano queste vicende in modo documentato, purtroppo però ci sono alcuni di questi show dove si alterna il caso di un omicidio in cui c’è gente che soffre con le vicende di Albano e Romina Power. Questo dà fastidio, non si può passare da argomenti del genere dicendo ‘e adesso cambiamo musica’. Rispetto i colleghi che fanno gossip, c’è però un contesto per tutte le cose”.

Non solo: “Peggio di tutto è però la giustizia spettacolo non documentata, perché va anche a detrimento di noi giornalisti. È il caso di Olindo e Rosa, ci sono migliaia di pagine che portano tutte nella stessa direzione, la loro colpevolezza. 28 magistrati non possono essere tutti scemi, magari due, magari anche 10, non 28, se no è una congiura. Non ci si può basare su presunte prove inesistenti. Prendiamo Azouz Marzouk che viene in Italia e manda ai giornali il seguente messaggio che le leggo testualmente: ‘non rilascerà più dichiarazioni se non a pagamento’”.

Tornando ad Amanda Knox, sembra sia attesa per sentire finalmente la sua verità sul caso in cui fu implicata, ma non le sono mancate in questi anni le occasioni per farlo, anzi: “Tutti oggi hanno la possibilità di dire la loro sui media, ci sono i giornali, la tv, i social. Io continuo a sperare che i magistrati quando sentenziano guardino le carte, a me risulta che lo hanno sempre fatto”.

I legali della famiglia Kirchner hanno anche detto che il suo “non è un classico errore giudiziario”: questa storia avrà mai una fine? “La faccenda non sarà mai chiusa fino a quando non spiegheranno come è possibile condannare in omicidio in concorso Rudy Guede. In concorso con chi? O non è in concorso o è in concorso, ma se lo è devi dirmi con chi. Non è mai stato fatto”.