Amanda Knox oggi è protagonista al Festival della Giustizia Penale di Modena ma sembra che questo non abbia abbassato le sue difese, almeno secondo quello che ha rivelato ieri sera Remo Croci. Il giornalista e inviato Mediaset è stato in collegamento da Modena per la puntata di Quarto Grado che ha visto la presenza in studio di Raffaele Sollecito, e proprio in uno dei suoi interventi, un po’ adirato, si è detto deluso dal mancato incontro con l’ex studentessa americana. In particolare, il giornalista rivela che se all’epoca dell’inizio del processo lei arrivava in aula scortata dal personale penitenziario, a Modena è arrivata con il servizio di sicurezza privato “continuando ad alzare quel muro che non fa avvicinare nessuno”. Ma non è tutto qua. Remo Croci ha puntato il dito contro la Knox rea di aver accusato la stampa italiana di averla messa con le spalle al muro e proprio per questo oggi avrebbe voluto incontrarla e dirle che non è andata proprio così: “Che quella stampa italiana non è vero che nelle aule del processo non ascoltava Amanda, Raffaele e i loro legali, abbiamo sostenuto la verità della giustizia. Dopo il primo processo abbiamo capito che lì qualcosa non ha funzionato e ci siamo impegnati a raccontare la verità“. Quale sarà la risposta di Amanda Knox? (Hedda Hopper)



RUDY GUEDE E’ L’ASSASSINO?

Amanda Knox racconta la sua verità: l’americana coinvolta nell’omicidio Meredith Kercher ha parlato al Festival della giustizia penale a Modena e le sue dichiarazioni faranno parecchio discutere. «So che rimango una figura controversa agli occhi dell’opinione pubblica, nonostante la Cassazione mi abbia assolto dall’accusa dell’omicidio. So che molti pensano che io sia cattiva, ma io sono stata una vittima: si cercava un colpevole per l’omicidio, polizia e media si sono accaniti su di me. Ad uccidere Meredith è stato Rudy Guede», spiega Amanda Knox, che rivela: «Quando ero in carcere ho meditato al suicidio: a vent’anni ero una ragazza felice e vivace. Sono stata costretta a trascorrere da sola i miei primi venti anni, imprigionata in un ambiente disumano, malsano e imprevedibile. Invece di sognare una carriera, ho pensato al suicidio: tutti i membri della mia famiglia hanno sconvolto le loro vite a seguito di questa vicenda». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



AMANDA KNOX: “IMPOSSIBILE UN PROCESSO GIUSTO”

Dopo giorni di polemiche e prese di posizione, è il giorno di Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale di Modena. Nel mirino dell’americana la giustizia ed i media: «Era impossibile per me avere un processo giusto. L’opinione pubblica non deve preoccuparsi di regole e prove. L’opinione pubblica non deve rispondere a nessuno: non ci sono regole, se non nel fatto che il sensazionalismo vince. Non ci sono diritti umani: non sei umana di fronte all’opinione pubblica, sei un oggetto da consumare». «Ero sicura che la mia innocenza mi avrebbe rivendicata: non ho mai mostrato un comportamento criminale, non avevo motivazioni per uccidere la mia amica e non c’erano prove del DNA che mi coinvolgessero sulla scena del crimine», ha aggiunto Amanda Knox, tornando alla condanna di 26 anni: «Il verdetto mi è caduto addosso come un peso schiacciante: non potevo respirare. Le telecamere lampeggiarono mentre mi portavano fuori dal Tribunale. Ero disorientata, io ero innocente ma il resto del mondo aveva deciso che ero colpevole. La mia innocenza non mi ha salvata, perché pm e media avevano creato una storia sulla quale le persone potevamo porre fantasie, paure e giudizi morali. Alla gente piaceva questa storia, la sporca psicopatica mangiatrice di uomini. Hanno condannato quel doppelganger: quella persone disegnata dagli altri è stata condannata a 26 anni di carcere». Continua Amanda Knox: «La prigione era la mia casa, questo mi ha cambiata: la prigione ti disumanizza, ti rende arrabbiata, amareggiata, risentita e diffidente nei confronti del sistema giudiziario, specialmente quando sei innocente. Ho visto molte persone che hanno trasformato il risentimento in violenza, ho visto droga. Se avessi lasciato che la prigione prendesse il sopravvento, sarei finita probabilmente così se non fosse stato per il cappellano della prigione». Fino alla sentenza della Corte di Cassazione: «Alla fine ha stabilito la verità, ovvero che io e Raffaele non abbiamo ucciso Meredith. Ha assolto me ed i miei genitori dalle accuse di calunnie dei poliziotti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



AMANDA KNOX VITTIMA DI ATTACCO DI PANICO

Gli organizzatori del Festival della giustizia penale in corso a Modena e che vedrà domani la presenza di Amanda Knox pronta a parlare nel corso di un incontro sono intervenuti oggi alla trasmissione Pomeriggio 5 per commentare uno degli eventi più discussi del momento. Entrambi hanno avuto modo di vivere al fianco di Amanda in questi ultimi giorni e di conoscere le sue emozioni e i suoi turbamenti. La sua presenza ha indubbiamente scatenato non poche critiche ma cosa ha spinto i due organizzatori a invitare proprio la Knox? “Amanda è stata invitata per prendere parte a una discussione sul processo mediatico, quindi su come i media hanno impattato sul suo caso giudiziario. Non verrà invece trattata la sua vicenda giudiziaria”, hanno spiegato al programma di Canale 5. Dopo il suo arrivo, nonostante la presenza massiccia di giornalisti la situazione è rimasta sotto controllo, ad eccezione di questa mattina. “Lei voleva assistere alla conferenza, dopo nove anni è tornata ed è stata attenzionata da noi tutti, dai fotografi, dalle videocamere e si è sentita un po’… ha avuto un attacco di panico”, ha spiegato una delle organizzatrici. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SI ARRABBIA COI GIORNALISTI: VIA DAL FESTIVAL DI MODENA

Amanda Knox, l’ospite più attesa al Festival della giustizia penale di Modena, oggi ha abbandonato l’evento in quanto infastidita dai giornalisti e dai numerosi fotografi presenti. Lo riporta Tgcom24: la 31enne era tra il pubblico del convegno quando ha deciso di allontanarsi insieme al fidanzato Christopher Robinson. Secondo quanto riferisce Il resto del Carlino, proprio il fidanzato-scrittore dell’americana, uscendo dal forum avrebbe aggredito un fotografo. Come spiega Corriere.it, il tentativo dell’uomo sarebbe stato quello di coprire la fidanzata dai flash, impedendone così foto e ulteriori riprese. A distanza di circa un’ora, la coppia sarebbe rientrata per assistere ai lavori del convegno. Ma le polemiche non si placano attorno alla sua partecipazione. Ad intervenire è stato anche l’avvocato di Meredith Kercher, Francesco Maresca, che ha definito inappropriata la sua presenza al Festival: “Invitare Amanda a un comitato tecnico di giustizia è stato un errore. Gli avvocati di entrambe le parte sarebbe dovuti essere coinvolti”, ha dichiarato. Clicca qui per vedere il video (Aggiornamento di Emanuela Longo)

FIDANZATO “ORGOGLIOSO DI LEI”

Ha riassaporato l’attenzione dei media italiani Amanda Knox, atterrata questa mattina a Linate e subito accerchiata dai giornalisti, ai quali ha deciso di sottrarsi anche con l’aiuto “vigoroso” del suo fidanzato, Christopher Robinson, che ha scacciato per come ha potuto i fotografi che cingevano d’assedio la sua compagna. Ed è stato proprio lui in un tweet a scrivere:”Orgoglioso della mia donna, la mia eroina, e orgoglioso del suo libro ‘Your Content, My Lifè”. La stessa Amanda Knox poco fa ha motivato la sua decisione di non rilasciare alcun commento ai giornalisti questa mattina con un post su Twitter:”Ho scelto di non rilasciare interviste prima del mio arrivo in Italia, perché credo che le parole che dirò a Modena parleranno da sole”. L’americana sarà infatti ospite sabato del Festival della Giustizia penale a Modena per partecipare a un dibattito sul «Processo mediatico al cospetto dell’errore giudiziario». (agg. di Dario D’Angelo)

“QUI DA DONNA LIBERA”

Ressa di fotografi, microfoni puntati attorno e, per quanto riguarda la protagonista, testa bassa e (raccontano) pure qualche lacrima: il ritorno di Amanda Knox in Italia da “donna libera”, come la diretta interessata ha tenuto a far sapere prima del suo viaggio dal proprio profilo Twitter, è stato una sorta di evento mediatico oltre al fatto che nelle ultime ore sta destando scalpore la sua partecipazione in quel di Modena al Festival della Giustizia Penale. Quasi ‘scortata’ dal suo fidanzato che l’ha protetta dalla ressa della stampa e senza rilasciare dichiarazioni, la ragazza americana che assieme a Raffaele Sollecito è stata dichiarata innocente in merito all’omicidio di Meredith Kercher, potrebbe raccontare la sua esperienza giudiziaria e dialogherà anche con dei giuristi del suo caso, che l’ha portata pure a restare rinchiusa quattro anni nel carcere di Perugia. (agg. di R. G. Flore)

AMERICANA QUASI IN LACRIME A LINATE

Amanda Knox è atterrata questa mattina a Milano Linate con il volo Aer Lingus delle 11:40 proveniente da Dublino. Otto anni dopo l’ultima volta in Italia, la studentessa americana assolta in Cassazione nel 2015 dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher nel delitto di Perugia, è stata accolta da una folla di giornalisti e fotografi. Un’accoglienza forse inaspettata da parte della stessa Knox, che si è rifiutata di rispondere a tutte le domande, anche a quelle di chi le chiedeva soltanto se era felice di essere ritornata in Italia da donna libera, e che è apparsa molto spaurita, per non dire provata, di fronte all’assedio dei vari inviati. Momenti di tensione hanno interessato lo stesso fidanzato di Amanda, Christopher, arrivato in Italia insieme alla mamma della ragazza, che ha scansato le telecamere e le macchine fotografiche con ampi gesti prima di salire in macchina e cingere le braccia attorno alla sua ragazza, in procinto apparentemente di scoppiare in lacrime. Clicca qui per il video dell’arrivo di Amanda Knox fornito da “La Repubblica”.

AMANDA KNOX, LA SUA VICENDA

A distanza di otto anni dalla sua ultima volta, Amanda Knox si accinge a fare rientro in Italia e lo farà esattamente oggi, giovedì 13 giugno. Un ritorno speciale, poichè avverrà priva da ogni accusa e da ogni eventuale limitazione della libertà. Il suo rientro nel nostro Paese non sarà casuale ma avverrà esattamente in concomitanza con il Festival della giustizia penale annunciato nelle scorse settimane e che si terrà a Modena dal 13 al 15 giugno prossimi e che la vedrà in una delle giornate in programma nei panni di relatrice, pronta a raccontare il suo coinvolgimento in uno dei casi di cronaca più controversi d’Italia nonché uno dei più grandi casi giudiziari internazionali. Perchè Amanda Knox, studentessa americana all’epoca dei fatti appena ventenne, nel 2007 fu accusata di aver ucciso insieme all’allora fidanzato Raffaele Sollecito e a Rudy Guede la coinquilina inglese Meredith Kercher in quello che fu ribattezzato come il delitto di Perugia. Per sette lunghi anni, la Knox è stata considerata l’assassina più ricercata dai media mondiali. Quattro gli anni trascorsi in carcere, tra condanne e assoluzioni, fino alla sua assoluzione definitiva avvenuta solo nel 2015.

AMANDA KNOX IN ITALIA: SABATO IL SUO ATTESO INTERVENTO

Nonostante l’assoluzione e la definizione di donna finalmente libera, Amanda Knox libera forse non lo è più ritornata ad essere, almeno in Italia. Schiava dei pregiudizi e spesso al centro dell’attenzione mediatica che ha portato a dedicare alla sua figura numerosi servizi ed addirittura un documentario targato Netflix. Ora Amanda fa di mestiere la giornalista ed è attiva in una associazione che si occupa di vittime di errori giudiziari, “Innocent Project”. Ha un fidanzato scrittore di nome Christopher con il quale farà ritorno in Italia insieme alla madre in vista dell’impegno che la vedrà protagonista il prossimo sabato 15 giugno, nell’ultima giornata dedicata al festival di Modena. “Il processo penale mediatico”, questo il tema dell’incontro nell’ambito della prima edizione del Festival della giustizia penale che la riporterà nuovamente al centro dell’attenzione dei media. Alla vigilia della sua partenza per il nostro Paese, la Knox – come riferisce Corriere.it – ha pubblicato un lungo articolo nel quale parla della sua storia e dei trattamenti a lei riservati non solo da parte dei media ma anche dalla gente comune sui social. “Quello che mi dà più speranza adesso, mentre limo il discorso che terrò davanti al pubblico potenzialmente ostile in Italia – scrive Amanda -, è pensare a quando una donna mi ha avvicinato, piangendo, dopo un mio discorso, e mi ha detto una cosa che mi era già stata scritta su Twitter: “Mi dispiace di averti trattato come intrattenimento””.