“False accuse contro di me“: è così che Amanda Knox, tra i volti della vicenda di Meredith Kercher e assolta in via definitiva dall’accusa di aver ucciso la coinquilina nel 2007 a Perugia con l’allora fidanzato Raffaele Sollecito, annuncia via social l’appuntamento davanti ai giudici di Firenze nell’ambito del processo per calunnia che la vede imputata a seguito della denuncia di Patrick Lumumba, suo ex datore di lavoro che lei indicò quale assassino della studentessa inglese nel novembre 2007.
Il post della giovane di Seattle, che nel procedimento per il delitto di Perugia fu ribattezzata dai media “Foxy Knoxy” e che trascorse 4 anni in carcere prima di essere riconosciuta estranea all’omicidio, è stato pubblicato sul suo profilo X e condiviso poi sugli altri canali tra cui Instagram. Un messaggio breve che sintetizza la sua opinione sul presunto accanimento giudiziario nei suoi confronti: “Il 5 giugno entrerò nella stessa aula del tribunale dove sono stata ricondannata per un crimine che non ho commesso, per difendermi ancora una volta“.
Il messaggio prima del verdetto su Amanda Knox
Quando mancano appena 24 ore all’udienza decisiva in Corte d’Assise d’appello a Firenze prevista per mercoledì 5 giugno 2024, in cui è attesa la sentenza, Amanda Knox ha informato il suo pubblico che sarà presente per difendersi dall’accusa di aver calunniato Lumumba quando, nell’ambito delle indagini sull’omicidio della coinquilina inglese Meredith Kercher, lo accusò di essere l’assassino.
Secondo i suoi legali, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, deve essere assolta ed è vittima di una “violazione dei suoi diritti di difesa” e del “processo mediatico” che non si sarebbe mai spento dall’epoca del delitto di Perugia. La giovane tornerà quindi in tribunale per rimettersi alla decisione dei giudici fiorentini dopo che la Cassazione aveva annullato la condanna a 3 anni in accoglimento del ricorso della difesa di Knox, ma aveva anche disposto un nuovo procedimento, ricostruisce Ansa, rinviando a un altro collegio la valutazione della configurabilità del reato in relazione al memoriale prodotto agli inquirenti perugini al momento del suo arresto. “Spero di scagionare il mio nome una volta per tutte dalle false accuse – ha dichiarato l’americana su X -. Auguratemi buona fortuna. Crepi il lupo!“.
Il memoriale dopo il delitto di Perugia
Nel memoriale scritto pochi giorni dopo l’omicidio di Meredith Kercher, proprio quando veniva accusata a sua volta di essere l’autrice del delitto con Raffaele Sollecito, Knox aveva indicato agli inquirenti il nome di Lumumba, allora suo datore di lavoro in un pub del capoluogo umbro. Nel processo per calunnia, l’udienza del 10 aprile scorso si è chiusa con la richiesta di conferma della condanna a 3 anni di reclusione da parte della Procura generale.
Secondo l’accusa, sarebbe stata “consapevole dell’innocenza” dell’uomo, scagionato definitivamente dopo 14 giorni passati in cella. Per l’omicidio della studentessa inglese, l’unico condannato (a 16 anni con rito abbreviato, oggi nuovamente libero) fu l’ivoriano Rudy Guede. Per il legale di Lumumba, Carlo Pacelli, riporta Adnkronos, il “movente” della calunnia ai suoi danni da parte di Amanda Knox risiederebbe nel fatto che la ragazza “si sentiva pressata dagli investigatori” e avrebbe fatto ricorso a un classico schema per sviare le indagini: “Fa il nome di un falso colpevole, spende il nome di un innocente sapendolo innocente“.