AMANDA LEAR, CHI E’ LA PROTAGONISTA DI “QUEEN LEAR”
Questa sera Amanda Lear torna protagonista in seconda serata (ore 23.25, su Rai 2): il servizio pubblico ripropone infatti dopo la prima tv dello scorso luglio “Queen Lear”, il documentario che il regista Gero von Boehm ha dedicato al mito di Amanda Tapp, nome di battesimo della poliedrica cantante, attrice, modella e conduttrice tv che oggi, 83enne, è ancora in gran forma e ha non solo vissuto ma attraversato proprio da protagonista alcuni dei decenni più vivaci dal punto di vista artistico del secolo scorso, posando per Salvador Dalí e legandosi sentimentalmente pure a David Bowie, prima di intraprendere una fortunata carriera sul piccolo schermo tra Francia, Germania e soprattutto Italia.
E già dall’emblematico, e citazionista, titolo del docufilm di von Boehm si capisce come quello ad Amanda Lear non sia solo un omaggio ma anche una vera e propria celebrazione che tuttavia deve scontare il fatto che è praticamente impossibile racchiudere l’emozionante vita e la carriera di questa artista che, giocando anche molto sulla sua androginia, ha trovato anche il tempo negli anni di essere apprezzata pure come modella prima e successivamente come pittrice e scrittrice. Tuttavia nel documentario si raccontano non solo le luci ma pure le ombre della vita di Amanda che ha sempre avuto il merito di non avere peli sulla lingua. Non a caso si è sempre accompagnata a personaggi che hanno segnato la storia del Novecento, primo fra tutti Dalí a cui fu legata per 16 anni: musa ma anche amante, e poi i tanti articoli sulle loro abitudini sessuali a cui una volta la Lear replicò decisa. “Il ménage-à-trois con Dalì e Gala? Cosa ci sarà mai di strano a stare in tre? Lo fanno tutti poi…”.
GLI AMORI DI AMANDA LEAR E LE ACCUSE DI ESSERE UOMO: “FAKE NEWS”
E ancora l’amore con David Bowie, che l’aveva notata casualmente dopo che la Lear era apparsa sulla cover di un disco dei Roxy Music (“For your pleasure”): la loro relazione durerà solo due anni ma ancora oggi molti la ricordano tanto che fu il Duca Bianco a spronarla, tra i tanti, a cantare e inseguire una carriera musicale che poi nel corso della sua carriera tante soddisfazioni le avrebbe dato. Non solo amori, e tante storie vissute sotto i riflettori: anche il matrimonio nel 1965, ancora 26enne, con Morgan Pau Lear, e poi le seconde nozze con Alain-Philippe Malagnac d’Argens de Villèle, aristocratico francese che morirà tragicamente nel 2000 a seguito di un incendio nella loro residenza.
Ma, come detto, anche tante ombre e polemiche nella vita di Amanda Lear: una, in particolare, l’ha accompagnata nel corso dei decenni, figlia proprio di quell’androginia e libertà sessuale (senza dimenticare l’episodio della ‘prima volta’ di Miguel Bosè) che l’ha contraddistinta da sempre. Parliamo ovviamente delle fake news a proposito della sua identità sessuale: una diceria un tempo molto in voga voleva che Amanda fosse nata sì a Saigon nel 1939 ma come uomo e col nome di Alain René Tap, prima di cambiare sesso durante l’adolescenza; da qui la credenza che pure le sue foto apparse su PlayBoy all’epoca fossero state ritoccate ad arte e ad alimentare i pettegolezzi ecco anche su una carriera di attore maschile ‘en travesti’ negli spettacoli di burlesque. E la Lear? “Mah, sono sempre stata vittima di fake news e dei primi complottisti: la gente sparlava di me pensando forse di distruggermi. E invece hanno contribuito alla mia fama…” ha raccontato una volta Amanda durante un’intervista a ‘la Stampa’. “Ecco, questo consiglio do alle vittime come me sui social: usatele a vostro vantaggio”.