AMARISSA TOTH VS SHUAI ZHANG: SEGNO CANCELLATO E RITIRO

Il mondo del tennis non si è ancora ripreso dalle 4 ore e 46 minuti della finale di Wimbledon: uno spettacolo purissimo, al termine del quale il ventenne Carlos Alcaraz ha battuto il 23 volte vincitore Slam Novak Djokovic, incamerando il secondo Major in carriera. La storia di oggi riguarda una coetanea di Alcaraz, ma con ben altro taglio: Amarissa Toth, ungherese nata nel febbraio 2003, si è resa protagonista di un gesto di grande antisportività nei confronti della sua avversaria. Teatro della scena l’Hungarian Grand Prix, torneo che si gioca sulla terra rossa di Budapest; il match, quello contro la cinese Shuai Zhang, oggi numero 45 Wta ma già tra le prime 25 qualche anno fa, con un quarto di finale giocato agli Australian Open e uno anche a Wimbledon, e almeno il quarto turno in ognuno degli Slam.



Oggi trentaquattrenne, la cinese ha lasciato il campo rifiutandosi di proseguire: quello che è accaduto è che, sul 5-5 nel primo set, la Zhang si è vista chiamare fuori una palla che in realtà aveva pizzicato la riga. La decisione della giudice di linea è stata confermata anche dall’arbitro (o giudice di sedia); fin qui non ci sarebbe nulla di male ed è una scena più volte vista nel corso dei tornei; tuttavia la Zhang ha chiesto l’ausilio del supervisor perché verificasse il segno lasciato sulla terra. È stato allora che la Toth ha pensato bene di cancellare l’impronta della palla: Shuai Zhang le ha gridato di smetterla, abbastanza incredula per l’accaduto, e in tutta risposta ha anche ricevuto qualche fischio di disapprovazione da parte del pubblico (anche su di esso in effetti ci sarebbe qualcosa da dire).



IL PRECEDENTE DI CONNORS

A quel punto i nervi hanno avuto la meglio: la cinese è uscita dal campo rifiutandosi di proseguire oltre. Amarissa Toth dunque è qualificata per gli ottavi e sfida l’ucraina Kateryna Kozlova, ma certamente è brutto vedere una ventenne che si comporta in questo modo. Certo, non facciamo oltremodo la morale: gesto sbagliatissimo ma che può anche essere dettato dall’adrenalina, la giovane ungherese ha tutto il tempo per rifarsi e migliorare anche questo aspetto. Del resto, una cosa identica l’aveva fatta anche una leggenda come Jimmy Connors, per di più nella semifinale degli Us Open: Jimbo aveva cancellato le prove di una palla decisamente fuori, che invece era stata chiamata dentro.



Quel giorno il suo avversario era Corrado Barazzutti, che aveva poi finito con il perdere: lui stesso ammette che l’istrionismo di Connors non c’entrasse poi tantissimo con quel ko che, presumibilmente, sarebbe comunque arrivato, ma Jimbo comunque aveva scelto di entrare nella storia, almeno in quell’occasione, dalla parte sbagliata. Ecco, diciamo che lui si è reso famoso per le intemperanze (anche più gravi) ma qualcosa in carriera l’ha vinta; l’augurio che facciamo ad Amarissa Toth è che impari da subito la retta via…