L’Agenzia delle Entrate ha chiesto all’amministrazione di Amatrice, tramite raccomandata, di versare in poco tempo ben 43 mila euro di “sanzioni” e “interessi” in virtù dei ritardi nei pagamenti delle tasse relative al periodo in cui la cittadina laziale fu colpita dal terribile terremoto. In particolare, come riportato da Il Messaggero, il riferimento è alle ritenute Irpef del 2016, che vennero corrisposte soltanto nel settembre del 2018. Una prima ingiunzione era arrivata a febbraio scorso dall’Inps, adesso una nuova richiesta in prossimità del Natale.



“È una vergogna e una persecuzione”, ha commentato il sindaco Giorgio Cortellesi, che ormai da tempo sta cercando di evidenziare la natura dell’inadempienza contributiva. La burocrazia, tuttavia, non sembrerebbe fare sconti, nonostante la comunità, a distanza di sei anni dal sisma, stia ancora facendo molta fatica a tornare alla normalità. “L’amministrazione allora in carica, pur avendo provveduto a erogare gli stipendi, non era riuscita a pagare i contributi Cpdel e Inadel dei propri dipendenti, riguardanti i mesi di agosto e settembre 2016. Voglio ricordarlo a chiare lettere a chi lo ha dimenticato: il Comune aveva perso ogni cosa, non aveva neanche carta e penna, figuriamoci il collegamento telematico per controllare tali pagamenti”.



Amatrice, Agenzia Entrate chiede 43mila euro: il sindaco Cortellesi si oppone

L’amministrazione di Amatrice, di fronte alla richiesta dell’Agenzia delle Entrate di riscuotere 43 mila euro per i ritardi nei pagamenti delle tasse nel periodo del terremoto, non può dunque che continuare ad opporsi, sperando che la sua voce sia ascoltata. Anche perché, in quel periodo, i dipendenti comunali fecero ciò che potevano. “I contributi, seppur in ritardo, sono stati tutti pagati. Restavano in piedi solo le relative sanzioni”, ha aggiunto il sindaco Giorgio Cortellesi. È su queste ultime che è in atto il braccio di ferro, con i chiarimenti interpretativi sulle norme che non sono serviti per trovare una soluzione.



Le cifre, in questo modo, stanno diventando sempre più alte. “Tra Agenzia delle Entrate e Inps siamo ora arrivati a 83 mila euro”. Una cifra che il Comune non può pagare. “Dimenticando che siamo una comunità in grave difficoltà economica e strutturale, continuano a pretendere anche gli interessi”. Il nodo nella questione pare sia da ricondurre ad una legge, che prevede l’esenzione soltanto per i privati. “La situazione discrimina amministrazioni locali come Amatrice che oltre ai danni del terremoto deve fronteggiare problematiche quotidiane per rialzarsi e ripartire. Morale della favola: un incubo per tutti noi, una condanna”, ha concluso.